mercoledì 29 gennaio 2020

I socialisti aretini soddisfatti per l’intitolazione di una strada a Craxi

AREZZO – L’intitolazione di una strada di Arezzo a Bettino Craxi è il riconoscimento dell’opera di un grande politico italiano. A sostenerlo è il Partito Socialista Italiano della Zona Aretina che esprime soddisfazione per il via libera da pare della giunta alla concretizzazione di un atto di indirizzo presentato nel lontano 2007 dal consigliere Giovanni Pelini che riconosce il valore delle intuizioni riformatrici dello statista in campo sociale, economico ed internazionale.
«Tredici anni fa - commentano Alessandro Giustini, segretario del Psi di Arezzo, insieme allo stesso Pelini, - la proposta trovò l’opposizione di alcuni esponenti del centro-sinistra. Siamo felici che, a distanza di tanto tempo, siano maturate le riflessioni politiche sull’opera di Craxi e sull’importanza di un pensiero che è ancora attuale e che spazia tra la valorizzazione del merito e dell’impegno personale, la tutela dei diritti e della giustizia sociale, e il riordino dell’apparato statale, amministrativo e giudiziario, ma che comprende anche l’impegno in politica estera contro le dittature di ogni colore».
I socialisti ricordano come la stessa città di Arezzo abbia vissuto nei decenni scorsi un periodo di grande sviluppo anche sotto la spinta di amministratori e politici ispirati dalle idee di Craxi. Il Psi locale esprime dunque il proprio ringraziamento all’amministrazione con l’auspicio che il guardare all’azione e all’eredità dello statista non sia più un elemento divisivo. «Guardare al passato - continuano Giustini e Pelini, - è necessario per rinnovare gli attuali partiti che dovrebbero essere orientati a strutturare programmi adeguati alla ricostruzione di un rapporto di credibilità e di partecipazione verso la comunità con un percorso all’insegna di sviluppo e rinnovamento. La decisione di dedicare una strada a Craxi ricollega il futuro della città di Arezzo a quello che è stato il suo grande momento di sviluppo negli anni dalla ricostruzione post-bellica alla fine del secolo scorso».

Arezzo, mercoledì 29 gennaio 2020

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