L’invito rivolto a dirigenti, associati e circoli era stato, fin dai primi giorni del conflitto, a devolvere erogazioni liberali da destinare ai progetti attivati dalle Acli a livello nazionale per l’emergenza ucraina. L’obiettivo era di raccogliere fondi da destinare ai centri profughi al confine con l’Ucraina per l’acquisto e la distribuzione di materiale medico-sanitario, alimenti a lunga conservazione e generi di prima necessità, facendo affidamento sulla rete aclista sviluppata nell’Est Europa. L’associazione, infatti, è da tempo presente direttamente a Leopoli con uno sportello del Patronato Acli oltre che in Paesi confinanti quali la Moldavia dove, nel corso degli anni, ha fornito assistenza e supporto a circa centoquarantamila cittadini ucraini. La raccolta fondi, inoltre, fornirà un contributo anche per l’accoglienza dei profughi in arrivo presso la struttura dell’Ipsia di Trento e le altre strutture del sistema Acli diffuse sull’intero territorio nazionale. Le Acli aretine hanno, in poche settimane, raccolto ben 2.600 euro da tutte le proprie componenti che sono già state bonificate allo stesso Ipsia. «Il sistema aclista ha nuovamente dimostrato la propria efficienza e la propria generosità - commenta Luigi Scatizzi, presidente delle Acli di Arezzo. - Ancora una volta, in situazioni di emergenza, la nostra associazione ha dimostrato di voler e di poter portare un contributo concreto, lanciando un deciso “no alla guerra” e testimoniando sensibilità verso le situazioni di bisogno: ringraziamo circoli, dirigenti e soci che hanno contribuito a una significativa raccolta per la popolazione ucraina».
Arezzo,
lunedì 28 marzo 2022
Nessun commento:
Posta un commento