venerdì 19 maggio 2017

Arezzo ha bisogno di maggiori risorse per politiche assistenziali

AREZZO – L'amministrazione deve impiegare maggiori risorse per le politiche sociali di assistenza ai bisognosi. L'invito parte dai Popolari per Arezzo che chiedono al Comune interventi concreti per sostenere le problematiche e le esigenze che interessano un numero sempre maggiore di persone. A confermarlo è la recente esperienza del dormitorio per senza fissa dimora di San Domenico che, tra i propri utenti, ha registrato anche un'elevata percentuale di italiani e di aretini che sono stati accolti e che hanno trovato un riparo grazie all'impegno di molte realtà di volontariato impegnate nel sociale. La bontà di questo servizio deve dunque motivare l'amministrazione a privilegiare l'allocazione delle proprie risorse verso interventi e misure da dedicare all'assistenza. I Popolari per Arezzo ritengono infatti che finora siano stati destinati fondi prevalentemente a bandi e progetti di monitoraggio, promuovendo più un'azione di controllo e di vigilanza su questi specifici casi di bisogno che non di reale risoluzione, sostegno e assistenza.
Dal momento che una simile azione di monitoraggio è già svolta quotidianamente da enti di volontariato impegnati nell'ascolto e nell'incontro di queste problematiche sociali come la Caritas e molti altri, il Comune dovrebbe privilegiare e intensificare il confronto con queste realtà per ottenere un quadro dettagliato delle emergenze cittadine e per avere dati informativi certi.
Questa azione sinergica renderebbe superflui ulteriori progetti di monitoraggio, prevedendo un risparmio di risorse e favorendo una più consapevole destinazione dei fondi per un'azione di assistenza concreta rivolta ai bisogni del territorio. «È necessario implementare le politiche di assistenza per risolvere realmente questo genere di problemi - spiega Massimo Soletti dei Popolari per Arezzo. - Per iniziare, ad esempio, sarebbe importante trovare risorse a favore di una maggiore prosecuzione del dormitorio, ampliandone ulteriormente la durata almeno da ottobre a maggio e intervenendo con misure concrete di reinserimento a favore di quei singoli casi considerati risolvibili. I pochi mesi previsti nel 2017 non bastano certamente per garantire continuità al servizio e per inserirlo all'interno del quadro politico della città. Nel frattempo possono essere implementati nuovi servizi che in altri Comuni sono risultati fruttuosi come il co-housing che, prevedendo spazi comuni destinati alla condivisione di risorse e alla socializzazione, potrebbe essere diretto ai senzatetto aretini che cercano un rifugio nella loro città».


Arezzo, sabato 19 maggio 2017

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