AREZZO – Una giornata per trattare e approfondire le problematiche dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. Questo delicato tema è stato sviluppato nel corso di un convegno promosso dalla Aret Asp - Associazione Regionale Toscana delle Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona che, a Firenze, ha permesso di focalizzare l’attenzione sulle difficoltà vissute dalle case di riposo nel loro operato quotidiano. La conclusione dell’incontro è stata affidata all’aretina Debora Testi, vicepresidente della stessa Aret Asp e presidente della Casa di Riposo “Fossombroni”, che ha fatto sintesi dei diversi interventi per rinnovare l’invito alle istituzioni a garantire le condizioni per un’offerta assistenziale realmente rispondente ai bisogni degli ospiti e al miglioramento della loro qualità di vita.
Lo storico istituto aretino era presente al convegno anche con il consigliere con delega al sociale Antonio Rauti e con il direttore Stefano Rossi, testimoniando un impegno condiviso e congiunto per contribuire fattivamente alla ricerca di soluzioni per le criticità delle aziende pubbliche di servizi alla persona che, in tutta la regione, registrano circa 1.500 posti letto e altrettanti posti di lavoro. «Abbiamo un capitale umano da proteggere fatto di ospiti, anziani e persone fragili - ha spiegato Debora Testi, - e abbiamo bisogno di interlocutori istituzionali che riescano a realizzare scelte concrete per il loro bene».La prima problematica evidenziata per il sistema toscano delle Rsa è la mancanza nelle case di riposo di un unico direttore sanitario, con conseguenti ripercussioni sull’assistenza: un medico interno alla struttura, infatti, permetterebbe di assicurare coordinamento con il personale infermieristico, presenza continua e costante, maggior efficienza e generale riduzione dei costi a carico del sistema. Una parentesi è stata orientata verso il periodo più acuto dell’emergenza sanitaria che ha fatto emergere le capacità del personale delle Rsa a far fronte a situazioni gravi e impreviste, ma che ha incrementato i costi sostenuti dalle strutture e ha aggravato una situazione economica già precaria. Dal 2017, ad esempio, le strutture residenziali sono state obbligate a dotarsi autonomamente di presidi assistenziali quali carrozzine, deambulatori, materassi e cuscini antidecubito, registrando un aggravio dei costi. Un’ulteriore criticità economica fa riferimento alla riduzione del 30% della Quota Sociale per ogni giorno di assenza degli ospiti per motivi familiari o per rientri temporanei in famiglia, oltre che per il ricovero ospedaliero per cui non viene corrisposta nemmeno la Quota Sanitaria, con una misura che determina una diminuzione delle entrate a fronte di costi fissi invariati. «I bisogni sono chiari, mentre le soluzioni sono carenti - ha aggiunto Testi. - A livello regionale viene lamentata una mancanza di risorse ma poi vengono imposti rigidi parametri di assistenza. L’incontro ha permesso di evidenziare anche la presenza di norme penalizzanti, di condizioni economiche precarie e di carenze medico-sanitarie: ci auspichiamo una presa in carico da parte delle istituzioni regionali competenti per favorire un miglioramento dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. Rivolgiamo un ringraziamento all’Asp Montedomini di Firenze per l’ospitalità e l’organizzazione, oltre che al presidente dell’Aret Asp Sirio Bussolotti e agli altri membri del direttivo dell’associazione per aver contribuito a una giornata formativa e costruttiva in vista del futuro».
Arezzo, sabato 24 giugno 2023
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