AREZZO – Se la provincia di Arezzo dovesse
essere abolita, è meglio un'aggregazione con Firenze piuttosto che con Siena e
Grosseto in un ruolo subalterno: a sostenerlo è Luigi Scatizzi, capogruppo in
consiglio comunale del Nuovo Polo per Arezzo. Pur sperando in un salvataggio
della provincia, il consigliere propone due diverse soluzioni per il futuro del
territorio aretino: o l'unione con Siena e Grosseto come provincia di
riferimento per l'area-vasta meridionale, oppure l'accorpamento alla provincia
di Firenze nell'area settentrionale.
«Fermo
restando che Arezzo ha tutte le caratteristiche e le condizioni per rimanere
una realtà autonoma - afferma Scatizzi, - se nel definire il suo nuovo assetto la regione Toscana decidesse di
abolire la provincia aretina, ritengo che siano due le prospettive ideali per
il nostro territorio: Arezzo deve essere riconosciuta come la capo-fila della
Toscana meridionale o deve essere unita all'area fiorentina. Purtroppo la
nostra provincia ha proprie peculiarità territoriali ed economiche che ne fanno
realtà a sé stante, dunque in entrambi i casi l'accorpamento risulterebbe
forzato e, per alcuni aspetti, insoddisfacente».
La prima opzione prospettata
riguarda l'inserimento di Arezzo come capofila delle province meridionali. «Rispetto a Siena e Grosseto abbiamo il
capoluogo con il maggior numero di abitanti e la provincia con più imprese e
partite Iva - continua il consigliere. - Da un punto di vista sociale ed economico non c'è dubbio che Arezzo sia
la realtà più importante. Alla luce di questo, la nostra provincia merita di essere
riconosciuta come il riferimento dell'area-vasta meridionale, mantenendo gli
uffici e le strutture attuali in un'ottica di servizio alle imprese e ai
singoli cittadini. Inoltre Siena ha già la responsabilità dell'area sanitaria
ed ha il primato dell'università, dunque, anche per una corretta ripartizione
di ruoli e di funzioni, Arezzo dovrebbe diventare la capofila di questa nuova
realtà».
Nel caso ciò non avvenisse, la seconda soluzione è drastica e fa
riferimento all'unione con la provincia di Firenze. «Sicuramente la realtà economica e sociale aretina ha molti tratti in comune con quella
fiorentina - conclude Scatizzi. - Oltre
alla vicinanza e alla continuità territoriale garantita dal Valdarno,
l'attività industriale e manifatturiera di Arezzo è simile a quella della
Toscana settentrionale, dunque, se la nostra provincia dovesse perdere ogni
significato, dovremmo privilegiare questa nuova situazione e accettare l'unione
con il capoluogo regionale».
Arezzo,
Sabato 11 Agosto 2012
Uffici Stampa EGV
Dr. Marco Cavini
333/45.35.056
ufficistampa.egv@gmail.com
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