Il Partito Socialista Italiano della Zona Aretina ritiene infatti che il referendum rappresenti solo un primo partecipato e democratico passaggio per evidenziare i problemi gestionali, organizzativi e finanziari collegati all’attuale struttura della sanità, avviando ad Arezzo e in Toscana una fase di cambiamento volta a consolidare l’ospedale San Donato, a rafforzare i distretti con nuovi finanziamenti e maggior autonomia, e a riportare la sanità vicina ai bisogni dei cittadini con particolare attenzione alle categorie più deboli quali disabili e anziani. «Un referendum - spiega Alessandro Giustini, segretario dei Socialisti di Arezzo, - è un istituto serio e delicato perché chiede ai cittadini di esprimere opinioni su interessi sociali importanti. A dimostrarlo sono gli attuali referendum su giustizia e eutanasia che trovano il parere favorevole del nostro partito. Quello sulla sanità aretina e toscana è particolarmente urgente per permettere ai cittadini di evidenziare i gravi difetti della riforma sanitaria che in Toscana ha portato alla creazione del modello fallimentare delle grandi Asl con una diminuzione di servizi e personale, un freno agli investimenti e un allontanamento dai territori. Il referendum, allo stesso tempo, richiede un impegno e una disponibilità da parte delle istituzioni a rispettare le opinioni dei cittadini e ad agire di conseguenza, con proposte e progetti per risolvere le problematiche e per impostare al più presto una reale stagione di cambiamento e miglioramento».
Arezzo,
venerdì 6 agosto 2021
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