LUCIGNANO (AR) – Una mattinata di racconti e di ricordi della Grande guerra in occasione della prima presentazione pubblica di “Vivere e morire in trincea”, il nuovo libro di Marcello Caremani. L’appuntamento è fissato per le 10.30 di sabato 18 dicembre al teatro “Rosini” di Lucignano e, promosso dal Comune di Lucignano, rappresenterà un’occasione per vivere un viaggio indietro nel tempo tra medicina, pandemie e malattie accusate dai soldati durante la Prima guerra mondiale.
La presentazione sarà moderata dal giornalista Francesco Caremani che ha collaborato alla stesura dell’opera e sarà arricchita da un intervento storico del professor Camillo Brezzi (direttore scientifico dell’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano), mentre ad aprire la mattinata saranno i saluti del sindaco Roberta Casini e di Angiolino Fruscoloni del Gruppo Tecnocopy che ha contribuito all’organizzazione dell’evento. «Sono orgogliosa della scelta del professor Caremani di condividere con la comunità di Lucignano questo evento culturale di grande rilievo, sia per l’attualità dell’argomento che per lo spessore dell’autore - commenta Casini. - Caremani, con la grande sapienza che gli appartiene, affronta il tema delle sofferenze durante la Prima guerra mondiale e puntualizza come nelle difficoltà la scienza si sia sempre evoluta di fronte a nuove sfide, offrendoci la consapevolezza che anche nell’attualità sarà la scienza a portarci fuori dall’emergenza sanitaria. Per tutti noi sarà un momento di accrescimento culturale».
La scelta di presentare il libro a
Lucignano è stata dello stesso Caremani che ha trascorso la propria giovinezza
a pochi chilometri da questo borgo dove, insieme alle cugine, ascoltava gli
episodi vissuti dal nonno Francesco durante la Prima guerra mondiale quando
aveva combattuto come soldato semplice nella zona dell’Isonzo. Il ricordo di
questi racconti è stato uno stimolo alla genesi di un libro che, inizialmente
intitolato “Morire in trincea” e solo successivamente modificato in “Vivere e
morire in trincea”, ha trovato ulteriore ispirazione dalla lettura di un
elaborato scolastico della nipote sulla vita dei soldati italiani nelle trincee
della Grande guerra. «Mio nonno - ricorda Caremani, - raccontava di
quando fu ferito durante un attacco alla baionetta contro le mitragliatrici
austriache e di come riuscì a salvarsi solo nascondendosi tra i corpi di due
ufficiali, uno austriaco e uno italiano, che si erano uccisi a vicenda. Questo
epilogo mi è tornato alla mente facendomi pensare quanto ridicola e feroce
fosse stata quella guerra che uccideva giovani uomini che spesso non sapevano
neppure per quale motivo combattevano, ma che erano costretti a vivere
condizioni disumane nelle trincee in cui contraevano molte malattie, alcune conosciute
e altre mai viste, che resero particolarmente difficile il lavoro del personale
sanitario».
Queste tematiche sono approfondite su un
doppio piano, sanitario e storico, nel saggio di Caremani e saranno trattate
anche nel corso dell’appuntamento del 18 dicembre al teatro “Rosini” dove verrà
proposta un’interessante riflessione su come i grandi drammi della storia siano
stati spesso un’occasione per un ulteriore progresso. Le patologie emerse nelle
trincee o durante la Grande guerra, ad esempio, sono state un incentivo per la
ricerca medico-sanitaria che permise, in quegli anni, di arrivare a
fondamentali scoperte quali la prima vera medicazione antibatterica o la
tintura di iodio. «A due anni dall’ultimo evento promosso dal Gruppo
Tecnocopy - aggiunge Fruscoloni, - il dottor Caremani ci ha fornito
l’opportunità di tornare ad occuparci di cultura, consentendoci di essere
fautori della presentazione della sua ultima opera “Vivere e morire in trincea”
che ci pare un’ottima occasione per ricominciare e per uscire da quella trincea
scavata nelle nostre vite dal Covid. Ringraziamo il sindaco Roberta Casini e
tutta la comunità di Lucignano per l’ospitalità e per l’entusiasmo con cui
hanno accolto questo importante evento».
Lucignano
(Ar), martedì 14 dicembre 2021
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