L’anniversario troverà il proprio cuore nel convegno “Dalla commemorazione dei caduti civili al pericolo degli ordigni bellici inesplosi” rivolto agli studenti delle scuole superiori che, ospitato dal Salone delle Cerimonie della Prefettura, prenderà il via alle 9.30 con i saluti delle autorità. Gli interventi saranno aperti dalle parole di Gianpaolo Barbagli, membro-fondatore della Società Storica Aretina, che ripercorrerà i bombardamenti del semestre di sangue vissuto durante la Guerra di Liberazione tra il 1943 e il 1944 che lasciarono in eredità alla città 179 morti e 325 feriti, con la lettura anche degli estratti di diari con le testimonianze di alcuni civili. Le conseguenze dei conflitti saranno illustrate da Giovanni Lafirenze, responsabile nazionale del dipartimento ordigni bellici inesplosi dell’ANVCG, che illustrerà rischi e pericoli collegati ai ritrovamenti di granate, esplosivi, colpi di artiglieria e munizioni anche a distanza di molti anni. Questi residuati bellici, infatti, rappresentano una delle più pericolose eredità della Seconda Guerra Mondiale perché, a causa degli improvvisi scoppi, hanno comportato incidenti e mutilazioni tra i civili, dunque l’intervento sarà finalizzato a spiegare agli alunni “come” riconoscerli e “cosa” fare in caso di ritrovamento. Un’ulteriore testimonianza arriverà da Daniele Testi, presidente del Museo “Quelli della Karin” di Subbiano, che illustrerà la situazione dei ritrovamenti di ordigni nel territorio aretino. Sostenuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e patrocinato da Regione Toscana, Provincia di Arezzo e Comune di Arezzo, il convegno sarà aperto dall’introduzione di Aurelio Frulli, Aldo Ierardi e Ulisse Domini in rappresentanza dell’ANVCG nazionale, regionale e provinciale. «Questa giornata - ricorda Domini, - vuole far tesoro dei fatti del passato per promuovere la formazione e l’educazione delle giovani generazioni, rendendole consapevoli del fatto che le conseguenze di un conflitto pesano anche a oltre ottant’anni di distanza. La città di Arezzo è stata flagellata dai bombardamenti, dunque la nostra intenzione è di tenere viva la memoria di questo periodo di sangue, di commemorare le tante vittime civili e di contribuire alla crescita di studenti consapevoli e informati da cui dipenderà un futuro di pace».
Arezzo, giovedì 28 novembre
2024
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