sabato 27 settembre 2014

Le Acli aretine si oppongono all'innalzamento della tassa sui rifiuti

AREZZO – Dalle Acli aretine si alza una ferma opposizione all'annunciato innalzamento della tassa sui rifiuti che andrà ad incidere del 9% sulla rata di conguaglio del prossimo dicembre. Al momento della creazione del nuovo Consorzio Sei per la gestione dei rifiuti, le Acli avevano già espresso i propri dubbi sugli effetti e sugli impatti economici sugli utenti, dunque questo rincaro conferma la fondatezza di tali preoccupazioni. Il connubio tra aziende pubbliche e private volto alla creazione di imponenti strutture operanti nell'erogazione di servizi anche in passato aveva condotto a un pesante aggravio sui costi delle bollette di cittadini ed imprese, già vessati da incrementi continui e a volte ingiustificati. Secondo le Acli era dunque prevedibile anche questo nuovo innalzamento delle tasse.
«È sconcertante - affermano le Acli attraverso il loro presidente provinciale Stefano Mannelli, - come la creazione di un gestore unico presentato come azienda strutturata e organizzata, anziché erogare un servizio migliore e ottimizzare i costi a favore degli utenti abbia avuto per ora solo effetti disastrosi come gli aumenti delle bollette. Ed è ancor più sconcertante assistere alle giustificazioni e allo scarico di responsabilità messo in atto dagli attori interessati dalla filiera dei rifiuti: Consorzio Sei, Ato e gli stessi Comuni».
Le Acli chiedono dunque ai soggetti interessati e ai loro dirigenti di verificare le conseguenze prodotte da tali rincari per comprendere come cittadini ed imprese siano stanchi e impossibilitati nel continuare a pagare per errori di valutazione generati da dispendiose strutture come quella del Consorzio Sei. Rispetto ad una diminuzione della quantità dei rifiuti prodotti a causa della crisi, il consorzio ha infatti adottato la giustificazione relativa ai maggiori costi fissi di gestione per il funzionamento degli impianti di smaltimento. Appare invece assolutamente ingiustificata e ingiustificabile la scusa dell'incremento delle tariffe per compensare la morosità: questa motivazione andrebbe infatti a penalizzare proprio i cittadini virtuosi e puntuali nei pagamenti. «Tutti questi rincari sui servizi essenziali - continua Mannelli, - finiscono con l'aggravare le fasce più deboli che già versano in gravi difficoltà e diminuiscono il potere di acquisto della società, deprimendo le economie delle imprese e riducendo le possibilità di ripresa del sistema». La richiesta mossa dalla Acli alla politica locale è dunque di rendersi capace e responsabile nell'attuazione di piani tariffari maggiormente equi e ragionevoli, una condizione essenziale per non logorare ulteriormente la collettività e per evitare ulteriori disagi oltre a quelli già presenti sui territori dell'intera provincia di Arezzo.

Arezzo, sabato 27 settembre 2014

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