AREZZO – Le storie delle vittime civili di guerra aretine raccolte per il progetto nazionale “Sculture di Memoria”. Pietro Poponcini, Franco Agnelli e Franca Testi, tre soci della sezione di Arezzo dell’ANVCG - Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, sono stati coinvolti nella realizzazione di un documentario a cura del piemontese Nicolas Marzolino finalizzato a riunire testimonianze di uomini e donne di tutta la penisola che portano i segni delle drammatiche conseguenze dei conflitti. L’obiettivo è di strutturare un vero e proprio archivio di memorie con cui realizzare un documentario destinato a scuole, serate pubbliche e momenti di condivisione, con l’intento di valorizzare e custodire un patrimonio di racconti, esperienze, vicende, aneddoti, pensieri e riflessioni che altrimenti sarebbe destinato ad andare perso.
A ideare il progetto è stato Marzolino, consigliere nazionale dell’ANVCG che nel 2013 ha perso la vista e una mano per il ritrovamento di un ordigno bellico inesploso, e ha conosciuto la prima fase nel 2024 in Piemonte con la produzione del documentario “Sculture di memoria. La guerra non finisce quando si depongono le armi”. La scelta è stata poi di dar seguito a questo percorso con il coinvolgimento delle vittime civili di guerra del resto d’Italia e con l’avvio di un tour che ha fatto tappa anche ad Arezzo dove sono state registrate videointerviste con le parole di tre storici soci della sezione locale dell’ANVCG che hanno condiviso diversi esempi degli esiti della Seconda Guerra Mondiale. Il primo, quello di Pietro Poponcini, è una testimonianza diretta del conflitto: suo padre, infatti, fu ucciso nel luglio del 1945 in località San Martino nel Comune di Civitella in Val di Chiana durante la ritirata dei tedeschi semplicemente per aver espresso un commento in cui aveva sottolineato le sofferenze patite dai suoi concittadini. Le conseguenze della guerra a distanza di anni sono state invece raccontate da Franco Agnelli di Castiglion Fiorentino che, nel maggio del 1953, era a fare il bagno con alcuni amici in un bacino nei pressi di Montecchio dove videro un oggetto rosso in fondo all’acqua, lo raccolsero ed esplose. Le schegge di questo ordigno causarono la morte di un ragazzo e la cecità di un altro, mentre Agnelli perse un occhio e l’udito da un orecchio. Una simile storia legata all’infanzia è stata condivisa da Franca Testi di San Giovanni Valdarno che, insieme a un gruppo di amici, raccolse un ordigno inesploso pensando che fosse un giocattolo e perse la vista. Questi episodi testimoniano anche l’attualità dell’impegno dell’ANVCG che, anno dopo anno, conduce progetti nelle scuole proprio per educare a riconoscere un residuato bellico. Le tre vicende di sofferenza e di resilienza, pur diverse tra loro, rappresentano tre tasselli fondamentali di una memoria collettiva che il progetto “Sculture di Memoria” intende preservare e trasmettere alle nuove generazioni come monito e come invito a costruire un futuro di pace. «Un lavoro d’archivio con le memorie delle vittime civili di guerra finora non era mai stato realizzato - spiega Nicolas Marzolino. - Il documentario non sarà solo un archivio per i posteri, ma un’occasione per restituire valore ai soci, per renderli protagonisti e per farli sentire parte attiva della memoria collettiva. Incontrarli, ascoltarli e dare voce alle loro esperienze è stato il modo migliore per onorarne le storie e per mostrare le conseguenze concrete che la guerra ha lasciato nella vita di ciascuno».
Arezzo, giovedì 2 ottobre 2025
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