giovedì 26 gennaio 2017

Il dramma dell'olocausto a teatro con "E ho paura dei miei sogni"

AREZZO – Le atrocità del lager, il trauma del ritorno a casa e la forza, dopo tanto orrore, di lanciare un inno alla vita. Tutto questo sarà raccontato dalla Libera Accademia del Teatro che, in occasione del Giorno della Memoria, metterà in scena lo spettacolo "E ho paura dei miei sogni" tratto dall'omonimo libro di Wanda Pòltawska. L'appuntamento è per venerdì 27 gennaio al teatro Pietro Aretino di via Bicchieraia e proporrà una triplice replica: la mattina alle 9.00 e alle 11.15 sono attesi gli studenti delle scuole secondarie in occasione della rassegna Mappamondi della Rete Teatrale Aretina, mentre la sera alle 21.00 lo spettacolo sarà aperto all'intera cittadinanza. "E ho paura dei miei sogni" vedrà alcuni attori professionisti (come la regista Amina Kovacevich e la solare Silvia Martini nei panni di una terribile nazista) affiancati sul palco da alcuni tra i migliori allievi dei corsi avanzati della Libera Accademia del Teatro, uniti nel raccontare una storia che sarà accompagnata e rafforzata dalle immagini realizzate in diretta dalla pittrice Laura Serafini.
Questo connubio tra teatro e disegno, reso ancor più suggestivo dalle musiche dirette da Alessandra Cartocci e dalle animazioni mimiche di Uberto Kovacevich, permetterà allo spettacolo di regalare una serie di emozioni contrapposte legate ad una delle pagine più drammatiche del novecento. «Fin dall'istituzione del Giorno della Memoria - ricorda Amina Kovacevich, - ogni anno la Libera Accademia del Teatro si avvicina a questo evento preparando uno spettacolo dedicato ai temi della shoah, della pace e della difesa della vita. Tutto questo è ben racchiuso nella storia che metteremo in scena la mattina per le scuole e la sera per la cittadinanza».
Lo spettacolo narra la storia di Wanda Pòltawska, nata nel 1921 in Polonia, che fu arrestata dalla Gestapo e mandata nel campo di concentramento di Ravensbruck, dove venne sottoposta come cavia a disumani esperimenti medici. Sopravvissuta al lager, nel 1945 provò a superare il trauma di questa atroce e disumana esperienza riportando le sue terribili memorie nel diario "E ho paura dei miei sogni". Poltawska era tormentata e devastata, si sentiva in colpa per essere viva, cercava una risposta alla domanda "chi è l'uomo?" e diventò psichiatra proprio per esplorare la psiche umana. Ma la medicina, la psichiatria e la filosofia non bastarono per darle risposte: la vera chiave fu infatti l'incontro con il giovane Karol Wojtyla con cui strinse amicizia e passò lunghissime ore a parlare di fede, di Dio e di vita. Membro della Pontificia Accademia Pro Vita, la dottoressa Poltawska è oggi conosciuta come fondatrice dell'Istituto della Famiglia e come sostenitrice della difesa della vita. «Racconteremo una storia dura ma emozionante - aggiunge Kovacevich. - "E ho paura dei miei sogni" racchiude tutto il dramma dell'olocausto vissuto dalle parole di una donna che, nonostante tutto, è diventata testimone di un importante inno alla vita».

Arezzo, giovedì 26 gennaio 2017

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