venerdì 2 giugno 2017

La povertà e i non-luoghi di Arezzo esposti in "Vite sparse"

AREZZO – La povertà e i luoghi abbandonati di Arezzo sono raccontati in un percorso fotografico diffuso per tutta la città. Dieci immagini, tratte da un reportage ben più ampio dal titolo "Vite Sparse" curato dal giovane fotografo Massimo Soletti, saranno in mostra come manifesti da lunedì 5 giugno in trenta luoghi cittadini, configurando un'inedita forma di narrazione e di documentazione in cui sarà possibile imbattersi semplicemente passeggiando o guidando per Arezzo. Il progetto avrà infatti la particolarità di non essere limitato tra quattro mura ma di svilupparsi attraverso spazi tradizionalmente votati alla pubblicità, rendendoli un più nobile strumento per lanciare un messaggio sociale e politico attraverso immagini affisse dal centro cittadino (via Michelangelo e via Leone Leoni) alle periferie.
L'iniziativa, sostenuta dai Popolari per Arezzo, attinge da un precedente lavoro di Soletti che ha deciso di percorrere il territorio comunale per documentarne le aree abbandonate e degradate che custodiscono e raccontano storie di emarginazione e di disagio. Le immagini tenteranno di condurre lo spettatore attraverso i luoghi abitati dai senza fissa dimora, le loro condizioni e i loro contesti, ripercorrendo anche i cosiddetti "non-luoghi" aretini, cioè alcuni dei tanti edifici abbandonati che oggi hanno perso il loro impiego e la loro destinazione di origine. «La modalità di esposizione di queste immagini, alcune dirette e altre simboliche, vuole affrontare un importante tema sociale in maniera non convenzionale - commenta Soletti. - Le fotografie non hanno come soggetto la figura umana ma le condizioni delle vite di molte persone e i luoghi della città in stato di abbandono».
Il progetto di Soletti ha trovato l'appoggio dei Popolari per Arezzo che, da sempre attenti alle problematiche sociali, hanno deciso di sostenere e accompagnare "Vite sparse". Il tema della mostra, infatti, è ritenuto in linea con questioni politiche cittadine all'ordine del giorno, come la chiusura del dormitorio per senza tetto o la necessità di recuperare alcune aree cittadine come quella della ex Lebole. «Il percorso - commenta il presidente Andrea Gallorini, - ha la particolarità di parlare di politica utilizzando un linguaggio nuovo come la fotografia e un canale inedito come il manifesto pubblicitario che diventano strumenti per invitare ad una seria e rinnovata riflessione su alcune problematiche sociali che interessano la città».

Arezzo, venerdì 2 giugno 2017

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