AREZZO – Un appello per la protezione dei civili nel conflitto israelo-palestinese e negli altri conflitti attualmente in corso. A muoverlo è la sezione di Arezzo dell’ANVCG - Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra che, in un momento storico particolarmente delicato, evidenzia la necessità di riportare al centro del dibattito internazionale il valore della vita umana e il rispetto del diritto umanitario attraverso iniziative concrete orientate al dialogo, alla solidarietà e all’educazione delle giovani generazioni.
Iniziative, progetti e attività condotte anche sul territorio aretino sono orientate proprio a ribadire i valori fondanti dell’associazione di umanità, imparzialità, neutralità e indipendenza che rappresentano basi irrinunciabili per chi opera in ambito umanitario di fronte al progressivo disinteresse evidenziato nei conflitti verso la vita dei civili. L’ANVCG, oltre a rappresentare e tutelare le vittime civili italiane, considera infatti parte integrante della propria missione la promozione della protezione delle vittime civili di tutte le guerre, dunque ritiene basilare rinnovare il proprio impegno nel prevenire e alleviare le sofferenze delle popolazioni colpite, nel garantire supporto post-bellico e nel mantenere un dialogo costruttivo con le istituzioni. Questo impegno è basato sulla convinzione che la difesa della dignità della persona sia il primo dovere di ogni società, mentre la violazione delle norme a tutela dei civili è diventata ormai sistematica nel panorama delle crisi contemporanee tra attacchi indiscriminati, restrizioni agli aiuti umanitari e distruzione di infrastrutture sanitarie e residenziali che stanno segnando un drammatico ritorno a logiche di guerra del passato. L’ANVCG denuncia con forza questo arretramento e invita a un rinnovato impegno internazionale per ristabilire il primato del diritto umanitario. “In ogni guerra”, ribadisce l’associazione, “l’uso della forza non può prescindere dal rispetto della vita umana. Essere vittime civili di guerra significa conoscere in prima persona il dolore e la distruzione che i conflitti generano. Per questo l’ANVCG invita a trasformare la memoria in impegno, la sofferenza in testimonianza e la rabbia in volontà di costruzione. Solo un linguaggio equilibrato, umano e responsabile può favorire un dialogo che unisca i popoli invece di dividerli. Uscire dalla trappola della guerra è la sfida più difficile, ma anche la più necessaria per restituire al mondo il suo bene più prezioso: il valore della vita umana”.
Arezzo, venerdì 10 ottobre 2025
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