AREZZO – L'amministrazione deve indicare
chiaramente quando inizierà a lavorare per revisionare e adeguare il Regolamento
Urbanistico del Comune di Arezzo: a muovere questa richiesta è Luigi Scatizzi,
capogruppo del Nuovo Polo per Arezzo. Il consigliere comunale ha messo in luce
come l'attuale Regolamento pecca per la complicatezza, la complessità delle
norme e la scarsa flessibilità, tre caratteristiche che bloccano l'iniziativa
dei privati e che frenano ogni possibilità di ripresa economica.
«Il Regolamento in vigore è stato deliberato
dalla scorsa legislatura - spiega Scatizzi, - in un periodo in cui le prospettive economiche erano totalmente diverse
da quelle attuali. Reduci dalle speculazioni e dagli abusi di Variantoli, il
documento ha previsto numerosi vincoli che burocratizzano i processi di
concessione, di ristrutturazione, di ampliamento e di costruzione, rendendo
praticamente impossibile ogni attività privata e ingessando l'economia».
Già lo scorso anno Scatizzi preparò un atto di indirizzo in cui chiedeva
all'amministrazione di riprendere e di rivisitare il Regolamento Urbanistico,
ma poi non lo presentò in consiglio comunale perché la giunta promise che in
breve tempo avrebbe iniziato i lavori per adeguare il documento. «Purtroppo ancora non è stato fatto niente
- continua il consigliere. - Io mostrai
fiducia e ritirai l'atto, ma ora mi sembra di fondamentale importanza tornare a
parlare di questo Regolamento per riuscire finalmente ad ottenere tempi certi
riguardo alla sua revisione. L'amministrazione deve render noto quando aprirà
il dibattito di rivisitazione, quali saranno le tappe dell'iter e, infine,
quando prevederà di arrivare ad una soluzione definitiva. In un momento in cui
l'economia è in crisi, le istituzioni devono lanciare un forte segnale in grado
di stimolare sia l'iniziativa privata che l'intero comparto produttivo. In
questo senso il primo passaggio è proprio quello di rendere più
"vivibile" il regolamento, semplificandolo e lasciando più spazio
alle iniziative dei singoli. Questo non significa eliminare le regole e dar
sfogo alle attività edilizie speculative, ma farne uno strumento più elastico
che permetta, ad esempio, che una famiglia possa ampliare il proprio immobile
per fini familiari o che un'azienda sia in grado di adeguare i propri spazi
all'effettiva produzione: ritengo che non possiamo più tentennare ma che
dobbiamo agire immediatamente per rendere il Regolamento uno strumento in grado
di rispondere alle reali esigenze delle famiglie e delle imprese».
Arezzo,
Domenica 7 Ottobre 2012
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