AREZZO – Arezzo è la città delle fontane spente.
I Popolari per Arezzo lamentano il fatto che la maggior parte delle fontane
cittadine risultino a secco di acqua e, di conseguenza, abbiano perso la loro
monumentalità e il loro fascino. L'arrivo del caldo e della stagione turistica
poteva rappresentare l'occasione per recuperarne la funzionalità e per dotare
la città di un maggior senso estetico, un'accortezza che è invece mancata.
Camminando nel centro storico è possibile trovare spente le storiche fontane
con la Chimera antistanti alla stazione, la fontana in piazza Sant'Agostino, la
fontana in piazza Grande e la fontana in piazza del Popolo, ma uscendo dalle
mura cittadine spicca anche la fontana di piazza Giotto ridotta ad uno stagno.
Dopo un lungo periodo di stop è invece ripartita la fontana di piazza
Risorgimento.
I Popolari per Arezzo ritengono che alcune di queste opere
siano veri e propri monumenti progettati per arricchire e abbellire il contesto
urbano che li ospita, dunque richiedono all'amministrazione un impegno per trovare
soluzioni rapide ed adeguate.
La necessità è di superare i guasti tecnici o
strutturali alla base dello spegnimento delle fontane per recuperare il decoro
cittadino, per rendere la città più gradevole agli aretini e ai turisti, e per
non vanificare gli investimenti eseguiti nel corso dei decenni per la loro
realizzazione. Il rischio è infatti di registrare episodi di degrado e
inciviltà come le scritte che imbrattano la fontana di piazza del Popolo. «La manutenzione e la cura del patrimonio
architettonico - commenta Andrea Gallorini, presidente dei Popolari per
Arezzo, - dovrebbero essere tra le
priorità dell'amministrazione, dal momento che il decoro urbano è il primo
biglietto da visita della città. Siamo consapevoli che nel corso degli anni
sono stati individuati e resi noti i problemi che hanno causato tale
situazione, ma le fontane rappresentano importanti elementi d'arredo e, a
livello turistico, non giova sicuramente presentare Arezzo come la città delle
fontane spente».
Arezzo,
giovedì 6 luglio 2017
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