AREZZO – Gli immobili in disuso del centro
cittadino possono essere posti al servizio di alcune scuole superiori. La
proposta arriva dai Popolari per Arezzo e fa seguito ad un intervento dei
giorni scorsi in cui l'amministrazione ha comunicato che per l'anno scolastico
2017-2018 saranno concessi alcuni locali della Cadorna al Liceo Scientifico
"Redi" e al Liceo "Colonna", sottolineando però come questa
sia una sistemazione temporanea che decadrà dal 2018-2019. Alcune scuole
superiori negli ultimi anni hanno fatto emergere la problematica della carenza
di aule per alcuni indirizzi di studio, dunque si rende necessario un impegno
congiunto tra Provincia, Comune e Provveditorato per trovare soluzioni durature
e lungimiranti per permettere ai vari istituti di crescere e di progettare
serenamente il loro futuro potendo fare affidamento su strutture e spazi sicuri.
«In vista del 2017-2018 - commenta
Andrea Gallorini, presidente dei Popolari per Arezzo, - si è verificato un positivo confronto istituzionale che ha permesso di
concedere i locali presso la Cadorna ad alcuni istituti, ma in passato la
penuria di aule ha causato disagi alla programmazione didattica. Puntualmente
emerge il problema degli spazi, dunque è doveroso che le istituzioni intervengano
con coerenza e in collaborazione con i privati per rendere la scuola efficiente
e per investire sul futuro dei nostri ragazzi, con un impegno congiunto per
trovare rimedi duraturi in grado di sopperire a tale mancanza e di evitare
sacrifici ai professori, alle famiglie e agli studenti».
I Popolari per Arezzo auspicano dunque una sempre più forte
sinergia tra pubblico e privato, richiedendo di destinare alle esigenze
scolastiche alcuni edifici in disuso del centro storico, come Palazzo Barbolani
in via San Lorentino o l'ex sede della Banca d'Italia in via Cesalpino. La
sistemazione di questi immobili permetterebbe di prevedere anche nuovi poli
multidisciplinari che potrebbero andare ad ospitare istituti attualmente
decentrati nelle periferie, riportando il centro storico al cuore
dell'istruzione e facendo tornare a vivere queste zone cittadine. «Su questo tema - commenta Gallorini, - chiamiamo in causa la Provincia che ha
competenze dirette e il Comune che, insieme al Provveditorato, dovrebbe continuare
ad impegnarsi per trovare soluzioni. La scuola va considerata come una grande risorsa per la nostra città: intorno al
sistema scolastico non ruotano solo la formazione e l'educazione dei giovani,
ma anche le nuove prospettive di sviluppo economico di un territorio».
Arezzo,
sabato 29 luglio 2017
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