AREZZO –
Uno studio delle criticità idrogeologiche del territorio aretino per prevenire future
alluvioni. Per ben due volte, nelle ultime settimane, città e frazioni sono
state colpite da violenti ed improvvisi eventi atmosferici straordinari che
hanno causato allagamenti, esondazioni, devastazioni, danni e disagi, in alcune
zone del territorio comunale. Le aree maggiormente colpite sono state sempre le
stesse, dunque le Acli di Arezzo chiedono alle istituzioni competenti di prevedere
un’immediata e urgente messa in sicurezza degli ambiti maggiormente a rischio.
L’associazione invita così l’amministrazione ad avviare una mappatura
dell’intero territorio per aver ben chiari i diversi livelli di rischio e per
prevedere una programmazione di interventi necessari per garantire maggior
serenità ai cittadini.
«Dai nostri sportelli - commenta il presidente
Stefano Mannelli, - abbiamo percepito la paura e la preoccupazione di tanti
cittadini perché il problema si è ripetuto per due volte in pochi giorni. Ad
emergere è purtroppo il ripresentarsi con sempre maggior intensità e violenza
di questi fenomeni metereologici, ma anche l’assenza e l’inadeguatezza degli
interventi preventivi da parte delle istituzioni per ridurre il rischio
idrogeologico».
Il
presidente delle Acli denuncia la mancata pulizia e manutenzione ordinaria di
caditoie, argini e fossi che, al contrario, doveva rappresentare una priorità
dopo gli avvenimenti del 27 luglio. La mappatura del territorio, dunque,
rappresenta un’urgenza non più derogabile per capire dove e come intervenire
per riorganizzare il reticolo idraulico e il sistema di smaltimento delle
acque, per un consolidamento degli argini e per trovare soluzioni concrete per
le zone maggiormente a rischio come, ad esempio, Bagnoro e Olmo. Fondamentale,
inoltre, diventa un piano di interventi continuativi, precisi e puntuali relativi
a corsi d’acqua e fossi. «La città sarà chiamata il prossimo anno a nuove
elezioni amministrative - continua Mannelli, - dunque ci auguriamo che
tra i temi prioritari rientri anche la cura del territorio e la messa in
sicurezza delle aree colpite o esposte. Le forze politiche dovranno presentare
nei loro programmi elettorali un piano di interventi certi, sostenibili e non
più procrastinabili, proiettati verso il prossimo futuro, verso la sicurezza e verso
la serenità degli abitanti di città e frazioni. I fatti del 27 luglio sono stati
seguiti da sopralluoghi e promesse che ora devono trovare seguito con
interventi puntuali: il territorio è un patrimonio da conservare e da tutelare,
e non possiamo più accettare che intere aree vivano con il rischio e con la
paura di essere sommerse in caso di forti e improvvise piogge».
Arezzo,
martedì 27 agosto 2019
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