domenica 15 aprile 2012

Lo Stato blocchi i finanziamenti pubblici ai partiti

AREZZO – Nelle ultime settimane i numerosi scandali sui finanziamenti pubblici ai partiti hanno evidenziato la necessità di rivedere le norme e i controlli a cui sottoporre il mondo politico. Sul tema si è espresso anche Giuseppe Matteucci, coordinatore provinciale di Futuro e Libertà, che ha assunto una posizione netta affermando, anche alla luce dell'attuale situazione economica italiana, la necessità di riformare profondamente il sistema dei finanziamenti.
«Il problema esiste ed è grave perché sulle spese dei partiti non sono previsti né controlli né sanzioni - spiega. - Nel 2008 i partiti italiani hanno ricevuto 503 milioni di finanziamenti pubblici e di questi ne hanno spesi 136: dove sono i 367 milioni non spesi? Considerando che i partiti tedeschi ottengono 133 milioni, quelli francesi 80 e quelli inglesi appena 5, è palese che in Italia c'è qualcosa che non va e che sia forte l'urgenza di una riforma della vita pubblica in grado di condurre ad una riduzione degli sprechi e ad un ritorno alla moralità. I finanziamenti andrebbero innanzitutto ridimensionati in rapporto a quella che è l'attuale situazione economica: la crisi degli italiani non può lasciare indifferenti i partiti, che devono rinunciare ai soldi pubblici permettendo allo stato di utilizzarli per il sociale, per la riduzione delle imposte, per aiutare chi è in difficoltà e per propiziare la ripresa economica. In un'ottica di trasparenza e di servizio alla collettività, anche i suddetti 367 milioni non spesi andrebbero restituiti allo stato. La politica dovrebbe inoltre dotarsi di un decalogo che spieghi chiaramente come utilizzare i finanziamenti perché, al momento, questi sono spesi secondo il libero arbitrio dei partiti e dovrebbe prevedere tassativi controlli delle spese da parte della Corte dei Conti, l'unico organismo indipendente che può valutare la corretta gestione delle finanze pubbliche. Per quanto riguarda le sanzioni, io toglierei la cittadinanza a chi fa un uso sbagliato dei soldi pubblici, privandolo così della cosa più preziosa che lo stato gli offre dal punto di vista politico e sociale: è una posizione estrema, ma per riportare la politica sui binari dell'etica e della moralità è necessario dare segnali forti e incisivi». 
Secondo Matteucci la revisione dei finanziamenti non deve ignorare le realtà locali, prevedendo ricadute del denaro pubblico anche sui territori dove i partiti operano. «È necessario ripartire dal territorio - conclude. - Le sezioni locali agiscono a contatto con la gente e possono far ritrovare la fiducia nella politica, dunque i soldi pubblici dovrebbero convergere sul territorio, con i partiti nazionali pronti a ridistribuire i finanziamenti alle sedi locali: solo così la politica può realmente tornare a fare il bene dell'intera cittadinanza».

Arezzo, Domenica 15 Aprile 2012

Uffici Stampa EGV
 Dr. Marco Cavini
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