venerdì 20 aprile 2012

Le amministrazioni si impegnino per garantire la sicurezza nello sport

AREZZO – La politica non può permettersi di rimanere indifferente di fronte alle recenti morti sui campi da calcio e da calcetto: a sostenerlo è Giuseppe Matteucci, coordinatore provinciale di Futuro e Libertà, che invita le pubbliche amministrazioni a prevenire futuri incidenti e a sostenere una più capillare diffusione dei defibrillatori.
«Le istituzioni cambino mentalità e imparino a prevenire i problemi - afferma. - La regione Toscana, la provincia di Arezzo e i singoli comuni del territorio dovrebbero impegnarsi nell'agevolare e nell'aiutare gli impianti sportivi o le singole società dilettantistiche a dotarsi di un defibrillatore, uno strumento in grado di salvare centinaia di vite. Lo sport è una delle attività più belle al mondo, ma nella sua pratica è doveroso garantire la giusta sicurezza: a nulla servono le visite mediche se poi, in caso di incidenti, mancano le attrezzature per intervenire. Un defibrillatore ha un costo che si aggira intorno ai 1.000 €, una cifra irrisoria per un ente pubblico che avrebbe però il grande merito di garantire più sicurezza, salvare alcune vite e dare maggior tranquillità a migliaia di famiglie e di sportivi. Le palestre, i campi da calcio e da calcetto, le piscine: ogni luogo dove si fa sport deve offrire le necessarie garanzie ma, purtroppo, al momento sono pochissimi gli impianti e le società dotate di un defibrillatore. Le istituzioni non possono rimanere impassibili, ma devono immediatamente prevedere finanziamenti ed agevolazioni pubbliche per coloro che decidono di dotarsi di questo strumento».
In un'ottica di maggior sicurezza, un ruolo fondamentale lo riveste anche la Asl che, secondo Matteucci, dovrebbe farsi carico di corsi per insegnare ad usare i defibrillatori e prevedere l'utilizzo di alcuni medici chiamati ad intervenire negli impianti sportivi. «Per garantire la sicurezza in ogni impianto - continua, - le istituzioni non possono agire da sole, ma devono coinvolgere anche le municipalizzate, i privati o la stessa Asl. Quest'ultima, ad esempio, potrebbe sottoscrivere alcune convenzioni che prevedano l'utilizzo di alcuni medici nei luoghi dove sono presenti i defibrillatori. Mi chiedo cosa aspettino gli enti pubblici ad affrontare il problema e a sostenere la sicurezza anche nello sport di base: sono gli stessi cittadini a richiedere più garanzie, dunque è necessario che coloro da cui sono rappresentati si facciano carico di queste esigenze ed agiscano prontamente».

Arezzo, Venerdì 20 Aprile 2012

Uffici Stampa EGV
 Dr. Marco Cavini
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