AREZZO – Da sempre attento al sociale e alle
problematiche del lavoro, Giuseppe Matteucci, coordinatore provinciale di
Futuro e Libertà, esprime soddisfazione per i fondi stanziati dalla Provincia
di Arezzo per i corsi di formazione lavorativi. L'unica nota stonata intravista
da Matteucci in tali finanziamenti è legata al fatto che questi sono
distribuiti in assenza di una vera e propria ricerca di mercato capace di mettere
in luce i settori dove il bisogno e l'offerta sono maggiori.
«Arezzo e la sua provincia stanno vivendo una
preoccupante crisi lavorativa - spiega Matteucci. - Molte ricerche testimoniano come siano sempre più i giovani in cerca di
lavoro, i disoccupati, i precari e i cassaintegrati, dunque sono felice di appurare
che siano stati stanziati importanti contributi per la formazione: solo con
corsi mirati è possibile sostenere il mondo lavorativo e garantire nuove
possibilità a chi è in difficoltà. Purtroppo non è tutto oro quel che luccica
perché capita sempre più spesso di registrare corsi finanziati solo per favorire
chi li organizza o chi insegna, considerando solo in un secondo momento le
esigenze di chi deve essere formato. Mancano i dati circa le professioni di cui
il mercato necessita: sapendo che un'azienda ha bisogno di 10 impiegati, posso
finanziare un corso mirato verso tale professione e garantire così il lavoro ai
partecipanti, ma senza i suddetti dati come farò a pianificare la formazione? Queste
ricerche non sono mai state fatte, dunque non conosciamo quali sono le
professionalità e i settori merceologici dove nella nostra provincia c'è
bisogno e il risultato è che assistiamo ad uno spreco di finanziamenti per
mestieri in cui il mercato è già saturo. La Provincia dovrebbe investire a
monte per indagini sul mercato del lavoro e poi avviare corsi di formazione per
professioni in cui c'è bisogno: solo così la domanda può incontrare l'offerta e
un territorio può superare la crisi del lavoro».
Per un ulteriore servizio alla collettività, Matteucci
sostiene la necessità di strutturare e intensificare le ricerche sul mercato
del lavoro, allargandole anche al mondo della scuola e studiando l'effettiva
utilità di investire su tali corsi di formazione. «La Provincia e gli enti preposti non devono dimenticare il rapporto tra
la scuola e il mondo del lavoro - continua. - Le istituzioni dovrebbero supportate le scuole e collegarle alle
aziende per permettere ai loro studenti di conoscere le professionalità più
ricercate e per metterli in contatto con il mondo del lavoro. Un'ultima
indagine dovrebbe rendere noti gli effettivi sbocchi offerti da questi corsi di
formazione. Quanti soldi vengono spesi? Quante persone vengono formate? Quante
riescono a trovare il lavoro? Sono tutti interrogativi che, in un'ottica di
trasparenza, dovrebbero trovare risposte chiare: la formazione assume senso solo
attraverso un'attenta pianificazione, altrimenti potrebbe diventare un pozzo
senza fondo che grava sulla spesa pubblica e sulle tasche dello stesso cittadino».
Arezzo, Domenica 1 Aprile 2012
Uffici Stampa
EGV
Dr. Marco Cavini
333/45.35.056
ufficistampa.egv@gmail.com
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