AREZZO – L'agosto aretino ha ribadito ancora una
volta la scarsa capacità di valorizzare la vocazione turistica della città. La
scarsità di servizi, l'incertezza sulle aperture di musei e monumenti, e la
carente opera di promozione delle eccellenze artistiche, unite ad una politica
culturale che langue, mostrano tutti i limiti di un territorio che fatica ad
esprimere il proprio potenziale. A sostenerlo sono i Popolari per Arezzo che
constatano con delusione come il rilancio promesso dall'amministrazione
comunale tardi ad arrivare, dal momento che le festività, i ponti e in generale
il periodo delle vacanze mostrano puntualmente tutti i limiti della città. La
vicenda della fortezza, chiusa per ferragosto e aperta in modo disorganico solo
grazie all'intervento della Polizia Municipale, rappresenta l'apice di questa
situazione e mostra le difficoltà gestionali riscontrate anche per un'opera da
poco restituita in tutto il suo splendore e di cui Arezzo dovrebbe fare vanto.
Oltre a questo, un turista che arriva in città durante le festività trova
spesso chiusi i bar, le attività commerciali, i servizi igienici, i musei e tante
altre strutture, senza contare le difficoltà nel trovare indicazioni che lo
guidino verso tesori come il Crocefisso di Cimabue di San Domenico, Casa Vasari
e il Museo d'Arte Medievale e Moderna. Manca infatti un'adeguata forma di
valorizzazione della parte alta di Arezzo, attraverso l'apposizione di una
cartellonistica che orienti verso i luoghi più significativi, la
predisposizione di circuiti turistici o l'installazione di totem multimediali. «L'amministrazione - commenta Massimo
Soletti dei Popolari per Arezzo, - deve
restituire un'identità al centro storico aretino, intervenendo per valorizzare
una zona che ospita opere e luoghi di assoluto prestigio. Le proposte
turistiche languono e questo rappresenta un forte limite per l'indotto
economico della città, con un turismo mordi-e-fuggi che non rende onore alla
nostra storia e ai nostri tesori».

Arezzo,
sabato 20 agosto 2016
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