sabato 22 dicembre 2012

L'Udc denuncia l'immobilismo nella gestione del servizio idrico


AREZZO – Nel referendum del 2011 i cittadini di Arezzo si espressero a favore della ripubblicizzazione del servizio idrico, affermando il desiderio di cambiare le modalità di gestione dell'acqua. Ad oltre un anno di distanza, nel territorio aretino ancora tutto è fermo e gli amministratori sembrano prendere tempo per garantire lo "status quo" e per non mettere in atto quanto previsto dallo stesso referendum.
A sollevare il problema è l'Unione di Centro che, attraverso il vicepresidente comunale Lorenzo Roggi, ripercorre le tappe dell'intera vicenda "idrica". 
«Il 29 Novembre 2011 il consiglio comunale accolse l'esito del referendum istituendo una commissione speciale con a capo il consigliere Andrea Modeo - spiega Roggi. - La commissione aveva il compito di sviluppare un'indagine conoscitiva della situazione del servizio idrico ascoltando tutti i soggetti coinvolti, dal gestore al Comitato Acqua Pubblica, con lo scopo di riferire in consiglio per le opportune deliberazioni. Incomprensibilmente la commissione non si è praticamente mai riunita, ha portato avanti pochi incontri e non ha prodotto alcuna relazione. Scaduti i sei mesi di mandato, la commissione avrebbe dovuto relazionare in consiglio ma ciò, nonostante la pressione di molte componenti politiche, non è mai avvenuto e ancora oggi stiamo attendendo gli esisti del suo lavoro. L'unico effettivo cambiamento operato negli ultimi mesi, che nulla ha a che fare con la commissione, è stato quello del presidente di Nuove Acque, con la nomina di Nannini al posto di Ricci che non ha fatto altro che mantenere un sostanziale "status quo"». 
Alla luce di tutto questo, l'Udc chiede all'amministrazione di fornire alla cittadinanza risposte chiare e coerenti su come intende agire per concretizzare l'esito del referendum e per rendere effettivamente pubblico il servizio idrico. «L'Udc non è fra i partiti che si schierano a priori a favore di una gestione pubblica dei servizi o contro una gestione privata - continua Roggi, - ma in questo caso il volere della cittadinanza è palese: non è possibile che il sindaco chiuda gli occhi sia sulla gestione di Nuove Acque che sulla latitanza della commissione. L'amministrazione dovrebbe vigilare e garantire i servizi essenziali con trasparenza e con partecipazione, ma questo operare sonnolento fornisce solo l'impressione di voler prendere tempo per mantenere invariata la situazione. Una simile gestione idrica non può più essere ammessa: la questione dell'acqua è vitale e l'amministrazione pubblica deve affrontarla senza piegarsi a giochi di potere o a pressioni politiche».

Arezzo, Domenica 23 Dicembre 2012

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