sabato 15 dicembre 2012

Scatizzi propone un'urbanistica a misura di cittadini e imprese


AREZZO – Nelle ultime settimane il Comune di Arezzo ha avviato i lavori per modificare, correggere e rielaborare il Regolamento Urbanistico. Tra coloro che hanno maggiormente pressato la giunta perché promuovesse questa fase di revisione c'è anche Luigi Scatizzi: nell'ultima seduta del consiglio comunale, il capogruppo del Nuovo Polo per Arezzo ha denunciato il fatto che il precedente documento, oltre ad essere estremamente rigido e complicato, in molti passaggi risultasse poco attento ai bisogni dei cittadini e delle imprese, con norme arbitrarie ed estranee alla reale situazione aretina.
«Il Regolamento Urbanistico non risponde ai bisogni della cittadinanza - spiega il consigliere. - Alla luce di questo, l'attuale processo di revisione non deve essere calato dall'alto ma deve trovare le proprie basi nel confronto e nelle esigenze dei cittadini e degli imprenditori, proponendo loro ciò di cui hanno realmente bisogno. Purtroppo in precedenza non è stato così e, di conseguenza, è mancato un progetto unitario per lo sviluppo della città con il Regolamento che si è limitato a trovare soluzioni per singole zone del territorio come l'Area Lebole o l'Uno-A-Erre, promuovendo grandi costruzioni dettate esclusivamente da logiche politiche e speculative». 
L'esempio dell'Area Lebole serve a Scatizzi per illustrare un altro dei punti deboli del precedente Regolamento, cioè la progettazione di grandi opere totalmente estranee all'attuale contesto economico locale. «L'economia aretina non ha le risorse per affrontare costruzioni complesse - continua. - Se il Comune progetta tali opere è ben consapevole che dovrà rivolgersi ad imprese extracittadine e che porterà ricchezza e lavoro al di fuori di Arezzo. Meglio allora prevedere piccoli interventi progressivi che possano essere sostenuti dalle aziende del territorio, assicurando loro il lavoro e garantendo la continuità al sistema economico locale». 
Per aiutare l'imprenditoria aretina, Scatizzi ritiene che sia necessario anche uno snellimento delle normative burocratiche, lasciando maggiori margini di azione ai privati nel mettere in pratica le loro iniziative. «L'urbanistica aretina è frenata da un eccesso di burocrazia che distrugge l'iniziativa privata - conclude il consigliere. - Chi progetta qualcosa deve fare i conti con decine di vincoli, lacci e permessi che frenano un'azione immediata e si protraggono per anni. I regolamenti comunali non devono frenare il privato ma, al contrario, fornirgli nuovi stimoli: è anche da queste iniziative che può ripartire l'economia locale».

Arezzo, Domenica 16 Dicembre 2012

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