venerdì 13 febbraio 2015

Arezzo e il territorio necessitano di ritrovare la loro banca

AREZZO – In questa delicata fase di commissariamento vissuta da Banca Etruria, la politica deve dimostrare senso di responsabilità e capacità di ricostruire. Ad affermarlo sono le Acli aretine che esprimono forti preoccupazioni per le sorti dell'istituto di credito cittadino. Il pensiero è rivolto infatti al personale, ai collaboratori, ai piccoli risparmiatori, alle imprese e, in generale, ad un ente tanto importante nella storia di Arezzo ma il cui futuro appare oggi incerto e imprevedibile perché legato alle dinamiche tecniche del commissariamento. Questo nonostante che, nel corso degli anni, Banca Etruria abbia lentamente perso il proprio ruolo di banca del territorio e per il territorio, tradendo in parte quella storia e quella funzione a cui si erano ispirati i suoi padri fondatori costruendone e rafforzandone la presenza, l'efficacia e il successo. L'enorme passivo in cui versa la banca, gravato da sofferenze e perdite, è il frutto di gestioni manageriali totalmente inadeguate e di scelte spregiudicate che nel corso del tempo hanno progressivamente eroso il patrimonio della banca allontanandola dalla sua naturale vocazione popolare e facendola precipitare nel baratro.
«La speranza delle Acli - spiega il presidente provinciale Stefano Mannelli, - è tutta riposta nella capacità dei commissari di operare nell'interesse dell'istituto, procedendo ad una rapida ricostruzione della struttura portante della banca e individuando finalmente i responsabili di tale catastrofe. Tutto questo con l'obiettivo di riconsegnare alla città quella fondamentale risorsa che una vera banca del territorio rappresenta».
Nei mesi scorsi, gli amministratori locali e gli stessi dirigenti di Banca Etruria hanno spesso ripetuto la necessità di trovare soluzioni efficaci per fare fronte allo stato di criticità in cui l'istituto versava e per provare dunque a salvaguardarlo. Le Acli rivolgono allora un'ulteriore sollecitazione alla politica locale e a coloro che andranno a contendersi la guida amministrativa della città perché si dimostrino capaci di tornare ad esercitare quella funzione di controllo e di indirizzo nei confronti di enti tanto preziosi ed importanti per il territorio, come le banche e i loro consigli di amministrazione. «Arezzo e il suo territorio - continua Mannelli, - stanno perdendo risorse legate alla vita quotidiana dei cittadini e delle imprese, le cui ricadute rischiano di incidere negativamente sullo sviluppo di una città che, al contrario, deve tornare a guardare al futuro con autorevolezza e determinazione. La politica deve mostrare senso di responsabilità e capacità di costruire e progettare in maniera efficiente, lasciando da parte inutili e sterili demagogie ma misurandosi nel solo ed unico interesse della città e dei suoi cittadini».

Arezzo, venerdì 13 febbraio 2015

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