sabato 7 febbraio 2015

La nuova chiesa di Santa Croce non sia terreno di scontro ideologico

AREZZO – La nuova chiesa di Santa Croce non può diventare terreno di scontro ideologico. I Popolari per Arezzo stanno seguendo con attenzione il susseguirsi delle prese di posizione relative all'edificazione di questo luogo di culto, esprimendo preoccupazione per la sempre maggiore strumentalizzazione del tema. Per evitare tali derive, la discussione sulla questione della chiesa deve necessariamente essere posticipata a dopo le elezioni amministrative di maggio dal momento che l'argomento non è di stringente importanza per la città di Arezzo e che la priorità dell'amministrazione deve essere rivolta a problematiche più urgenti. Al contrario, molti interlocutori politici continuano a farne un argomento ideologico di campagna elettorale, con la conseguenza di degenerare spesso in una polemica anticlericale fine a se stessa o con il solo obiettivo di attrarre nuovi consensi.
«Tutto questo è inaccettabile e privo di senso politico e civico - spiega Andrea Gallorini, presidente dei Popolari per Arezzo. - Ribadiamo con fermezza che il progetto dovrà essere valutato dalla nuova amministrazione nella sua oggettiva validità e senza pregiudizi di ordine ideologico».
I Popolari per Arezzo si rendono inoltre disponibili a verificare la validità e l'opportunità della scelta del luogo di edificazione con obiettività e con il supporto delle istituzioni preposte, ma non accettano preclusioni e veti esclusivamente di ragione strumentale. La contraddizione alla base delle polemiche sulla chiesa è legata al fatto che nel sito degli archi e in molte altre zone cittadine sono presenti numerose situazioni di degrado, abbandono urbano e opere di dubbio gusto architettonico: in tutti questi casi nessuno si è mai interessato alla valorizzazione del territorio e all'impatto ambientale. La provocazione dei Popolari per Arezzo è dunque che lo stesso impegno sia rivolto alla riqualificazione e al recupero architettonico dell'intera città, dal centro alle periferie, senza limitarsi alle sole battaglie ideologiche. «Ciò non significa che il sito degli archi debba essere scontato per la nuova Santa Croce - aggiunge Luigi Scatizzi, consigliere comunale dei Popolari per Arezzo, - ma neppure che l'impegno e la sensibilità della chiesa aretina siano strumentalizzati per ragioni ideologiche e per il solo gusto di fomentare polemiche anticlericali. Occorre rispetto per una diocesi che tanto ha dato alla nostra comunità cittadina nel corso dei secoli e che tanto sta dando, anche in termini di sostegno alle difficoltà sociali dell'attuale momento vissuto dalla città».

Arezzo, sabato 7 febbraio 2015

Nessun commento:

Posta un commento