venerdì 6 marzo 2015

Una lettera al governatore regionale per tutelare la sanità aretina

AREZZO – Dai Popolari per Arezzo una lettera indirizzata al governatore regionale Enrico Rossi per tutelare la sanità cittadina. Il pretesto è fornito dalle recenti dichiarazioni sulla riforma sanitaria regionale riferite ad un risparmio di 240 milioni di euro che taglierebbe numerosi servizi al cittadini, riducendo ulteriormente i posti letto negli ospedali e diminuendo il personale tra primari e infermieri. Il rischio evidenziato dai Popolari per Arezzo è dunque quello di veder nuovamente depotenziato l'ospedale aretino del San Donato, con una conseguente perdita di funzionalità e di qualità. Questa situazione sembra paradossale per una città che si è sempre dimostrata sensibile verso la sanità, contribuendo attraverso il Calcit ad esprimere eccellenze in campo medico e chirurgico che hanno permesso di rispondere con servizi all'avanguardia alle esigenze di salute e di prevenzione dei suoi abitanti, e di attirare pazienti anche dai territori limitrofi.
«Condividiamo la necessità di eliminare gli sprechi e di razionalizzare le risorse - scrive Giovanni Grasso, vicepresidente dei Popolari per Arezzo, - ma questo non significa attuare meri tagli a discapito dell'assistenza ospedaliera e territoriale che scaricherebbero sulle famiglie l'onere di migrare verso altre realtà per ricevere le cure di cui hanno bisogno. Non è accettabile che la giunta regionale abbia approvato un piano di riorganizzazione sanitaria che mina la funzionalità stessa della sua rete ospedaliera». 
Particolare attenzione è stata orientata alla riduzione del personale infermieristico, che il governatore Rossi ha dichiarato di voler sostituire con Operatori Socio Sanitari. Questa scelta penalizza una figura professionale frutto di un percorso formativo universitario perseguibile anche dal corso di laurea con sede ad Arezzo, alternandola con una figura di supporto abilitata semplicemente da un attestato regionale. «Disinvestire sulla figura infermieristica - continua Grasso, - significa mettere a rischio i percorsi di assistenza alla persona, alla famiglia e alla collettività. Il professionista della salute, l'infermiere, ha infatti un compito preciso e di elevata complessità tecnico-relazionale che risulta fondamentale sia a livello ospedaliero che domiciliare. Ridurre il numero di infermieri rappresenterebbe un grave deficit per l'intera sanità regionale». Al momento ci sono sei infermieri ogni mille abitanti, un numero molto più basso rispetto agli standard europei, dunque la proposta di legge in questione indebolirebbe e abbasserebbe ulteriormente la qualità della sanità pubblica regionale. I Popolari per Arezzo hanno così chiesto al governatore Rossi di fornire spiegazioni sul futuro previsto per tutti gli infermieri aretini e toscani. «La salute dei cittadini non ha prezzo - chiosa il consigliere comunale Luigi Scatizzi, - occorre chiarezza su una riforma che, se confermata, limiterebbe l'accesso alle prestazioni sanitarie e ridurrebbe considerevolmente la qualità del servizio».

Arezzo, sabato 7 marzo 2015

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