AREZZO
– L'emergenza abitativa
rappresenta una delle urgenze che la nuova amministrazione deve affrontare con
estrema rapidità. Le difficoltà nel comprare casa e l'aumento del numero degli
sfatti preoccupano i Popolari per Arezzo che sostengono l'esigenza di soluzioni
immediate per rispondere ai disagi delle persone che risiedono sul territorio.
Ad accusare principalmente l'attuale difficile situazione sono le famiglie
numerose, i disoccupati e quei giovani che fanno sempre più fatica a lasciare
il nucleo familiare originario: verso di loro devono rivolgersi le politiche
comunali. In questo senso, diventa di prioritaria importanza garantire un
supporto anche alle famiglie aretine, stabilendo criteri nelle modalità di
assegnazione delle case popolari che, al fianco degli indicatori dell'Issee,
contemplino anche la "residenzialità". La presenza sul territorio da
un certo numero di anni, dunque, dovrà essere considerata tra i parametri per stilare
le graduatorie finali.
«Nei punteggi per
l'assegnazione delle case - spiega Giovanni Grasso, vicepresidente dei
Popolari per Arezzo, - è doveroso
iniziare a considerare la "residenzialità", con la possibilità di
prevedere una graduatoria con un certo numero di posti per chi abita da tempo
sul territorio. Questo criterio non deve essere considerato come una forma di
chiusura verso gli stranieri o verso chi si è trasferito da poco nella nostra
città, ma concretizza il dovere morale dell'amministrazione di difendere e
sostenere le famiglie del territorio, fornendo loro l'opportunità e il diritto
di godere di una vita dignitosa».
Per aiutare i giovani e per supportarli
nel processo di formazione di una nuova famiglia, invece, i Popolari per Arezzo
ritengono che il Comune debba ricoprire un inedito ruolo di raccordo tra la
domanda e l'offerta. Il mercato di Arezzo è infatti ricco di case invendute o
sfitte che possono trovare più facile collocazione stimolando la stipula di
contratti di affitto con patto di futura vendita. Questo strumento
permetterebbe all'affittuario, alla scadenza della locazione, di acquistare
l'immobile abitato ad un costo coperto dai canoni fino ad allora regolarmente
corrisposti, uniti al versamento di un ulteriore importo stabilito dallo stesso
contratto. «Anziché investire per
costruire nuove abitazioni - aggiunge Grasso, - l'amministrazione potrebbe farsi garante di questa tipologia di
contratto che permette agli inquilini di non perdere i soldi dell'affitto ma di
investirli in un bene che al termine dell'accordo potrà diventare di loro
proprietà. Se per tante giovani coppie la casa rappresenta al momento un sogno
irrealizzabile, questo strumento fornirebbe loro nuove future prospettive
familiari».
Arezzo,
lunedì 24 agosto 2015
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