martedì 27 novembre 2012

Una via di Arezzo sarà dedicata ai partigiani Mineo e Rosadi


AREZZO – La città di Arezzo avrà una via dedicata a Giovan Battista Mineo e a Giuseppe Rosadi, due partigiani che nel 1944 salvarono alla Chiassa oltre 200 civili dalla fucilazione nazista. A deciderlo è stato il consiglio comunale che, in una delle ultime sedute, ha approvato all'unanimità un atto di indirizzo presentato da Luigi Scatizzi, capogruppo del Nuovo Polo per Arezzo, volto a dare adeguato riconoscimento ad un eroico gesto compiuto in terra d'Arezzo dagli stessi Mineo e Rosadi.
«Sono venuto a conoscenza della storia dei due partigiani grazie alle ricerche di Santino Gallorini - spiega Scatizzi. - Ritengo che sia particolarmente emblematico il fatto che tutti i consiglieri abbiano approvato questa mia proposta che rende memoria al valore di due uomini che hanno salvato centinaia di aretini da morte certa». 
Per capire cosa hanno fatto Mineo e Rosadi è necessario tornare al 26 Giugno 1944, giorno in cui un'unità di partigiani slavi prese in ostaggio sulla strada della Libbia il colonnello nazista Von Gablenz. Questo fatto scatenò l'ira del comando tedesco di Arezzo che, in seguito ad un grande rastrellamento, arrestò più di 300 civili dai paesi limitrofi della Libbia e li rinchiuse all'interno della chiesa della Chiassa Superiore. Lo stesso comando concesse poi 48 ore ai partigiani per riconsegnare il colonnello, altrimenti tutti gli ostaggi sarebbero stati fucilati. Per salvare la situazione fu necessario l'intervento di Mineo, un militare siciliano che ad Arezzo si era unito ai partigiani della brigata garibaldina "Pio Borri". Nascondendo la propria identità partigiana, l'uomo si impegnò con il comando tedesco a riportare il colonnello, così, dopo aver trovato i rapitori, li convinse con un'estenuante trattativa a liberare Von Gablenz. A quel punto iniziò una corsa contro il tempo per riportare il tedesco alla Chiassa prima che iniziasse la fucilazione dei civili. Nella marcia del ritorno divenne protagonista anche Rosadi, un giovane del luogo che si prese cura del colonnello permettendo a Mineo di tornare alla Chiassa e di far liberare i civili. 
«Mentre avvenivano le stragi di Civitella, Cornia e San Pancrazio - conclude Scatizzi, - Mineo e Rosadi con coraggio e intelligenza salvavano oltre 200 civili: è doveroso rendere onore a chi, con la propria azione, ha evitato che venisse compiuta un'altra sanguinosa carneficina. Ora sarà compito del Comune decidere quale via dedicare ai due partigiani, anche se, personalmente, ritengo che il luogo più adatto possa essere proprio la piazza della chiesa della Chiassa».

Arezzo, Martedì 27 Novembre 2012

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