AREZZO – Nel referendum del 2011
i cittadini di Arezzo si espressero a favore della ripubblicizzazione del
servizio idrico, affermando il desiderio di cambiare le modalità di gestione
dell'acqua. Ad oltre un anno di distanza, nel territorio aretino ancora tutto è
fermo e gli amministratori sembrano prendere tempo per garantire lo
"status quo" e per non mettere in atto quanto previsto dallo stesso
referendum.
A sollevare il problema è l'Unione di Centro che, attraverso il
vicepresidente comunale Lorenzo Roggi, ripercorre le tappe dell'intera vicenda
"idrica".
«Il 29 Novembre 2011
il consiglio comunale accolse l'esito del referendum istituendo una commissione
speciale con a capo il consigliere Andrea Modeo - spiega Roggi. - La commissione aveva il compito di
sviluppare un'indagine conoscitiva della situazione del servizio idrico
ascoltando tutti i soggetti coinvolti, dal gestore al Comitato Acqua
Pubblica, con lo scopo di riferire in consiglio per le opportune deliberazioni.
Incomprensibilmente la commissione non si è praticamente mai riunita, ha
portato avanti pochi incontri e non ha prodotto alcuna relazione. Scaduti i sei
mesi di mandato, la commissione avrebbe dovuto relazionare in consiglio ma ciò,
nonostante la pressione di molte componenti politiche, non è mai avvenuto e
ancora oggi stiamo attendendo gli esisti del suo lavoro. L'unico effettivo
cambiamento operato negli ultimi mesi, che nulla ha a che fare con la
commissione, è stato quello del presidente di Nuove Acque, con la nomina
di Nannini al posto di Ricci che non ha fatto altro che mantenere un
sostanziale "status quo"».
Alla luce di tutto questo, l'Udc
chiede all'amministrazione di fornire alla cittadinanza risposte chiare e
coerenti su come intende agire per concretizzare l'esito del referendum e per
rendere effettivamente pubblico il servizio idrico. «L'Udc non è fra i partiti che si schierano a priori a favore di una
gestione pubblica dei servizi o contro una gestione privata - continua
Roggi, - ma in questo caso il volere
della cittadinanza è palese: non è possibile che il sindaco chiuda gli occhi
sia sulla gestione di Nuove Acque che sulla latitanza della commissione.
L'amministrazione dovrebbe vigilare e garantire i servizi essenziali con
trasparenza e con partecipazione, ma questo operare sonnolento fornisce solo
l'impressione di voler prendere tempo per mantenere invariata la situazione.
Una simile gestione idrica non può più essere ammessa: la questione dell'acqua
è vitale e l'amministrazione pubblica deve affrontarla senza piegarsi a giochi
di potere o a pressioni politiche».
Arezzo, Domenica 23 Dicembre 2012
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