AREZZO – La nuova legge sull'accoglienza e protezione dei
minori non accompagnati rappresenta un passaggio di grande civiltà e umanità. A
sostenerlo sono le Acli provinciali di Arezzo che ritengono di fondamentale
importanza l'istituzione di un nuovo sistema normativo in grado di tutelare i
bambini e i ragazzi stranieri che arrivano in Italia, garantendo il pieno
godimento dei loro diritti, sottraendoli ai pericoli della criminalità
organizzata e garantendogli un futuro dignitoso. La bontà della legge,
presentata nei giorni scorsi in città dalla senatrice Donella Mattesini, è
stata confermata dalla quasi totalità delle forze politiche che vi hanno
aderito con l'obiettivo di consolidare il principio della legalità e di
rafforzare la sinergia operativa tra stato e territori.
Questa manovra, tra l'altro,
potrebbe aprire una nuova fase rivolta ad una maggior attenzione, accoglienza e
integrazione nei confronti di chi, minore, porta già sulle sue spalle una lunga
serie di sofferenze e di difficoltà.
Per questo motivo, le Acli di Arezzo
esprimono perplessità nei confronti delle dichiarazioni dell'assessore comunale
Lucia Tanti che ha rivendicato come la giunta abbia deciso di diminuire le
risorse destinate al capitolo dei minori stranieri non accompagnati, muovendo
la provocatoria richiesta di aumentare i fondi per i controlli piuttosto che
per l'accoglienza e la protezione. L'assessore ha fatto richiamo ad un tema
importante come quello della sicurezza e della prevenzione, mentre la legge fa
riferimento all'importanza dell'integrazione, della tutela e della solidarietà:
la politica non può commettere l'errore di confondere i due diversi ambiti ma
deve impegnarsi nel perseguirli con un'azione parallela e lungimirante. «Ci auguriamo che Arezzo sposi il clima che
ha ispirato questa legge - commenta il presidente delle Acli Stefano
Mannelli, ricordando la sensibilità del territorio provinciale che ospita ben
centoquarantasei case destinate all'accoglienza. - Temi di carattere sociale così importanti meritano azioni e
comportamenti degni di una comunità civile e preparata nel trovare soluzioni
concrete, condivise ed efficaci. La matrice cattolica e i valori che
caratterizzano la storia del nostro Paese non possono conciliarsi con
l'avversione ai deboli e agli stranieri, dunque dobbiamo tutti lavorare perché
Arezzo sia pronta ad accogliere le sfide future in clima costruttivo e
propositivo».
Arezzo, giovedì 23 febbraio 2017
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