AREZZO – No alla tassa sui fossi. La ferma
opposizione arriva dai Popolari per Arezzo che sottolineano l'inutilità del
Consorzio di Bonifica e lo spreco di risorse associato alla sua gestione. La
posizione del consigliere comunale Luigi Scatizzi è netta e si pone in
un'ottica di razionalizzazione di tutti quegli enti pubblici tenuti in vita
solo per assegnare poltrone ma che costituiscono un inutile aggravio di risorse
per la pubblica amministrazione e per i cittadini. L'ultimo esempio di questi
sprechi è testimoniato dal meccanismo elettorale messo in piedi dal Consorzio
di Bonifica per la nomina degli amministratori, che ha comportato un importante
dispendio economico.
«I compiti del consorzio
- spiega Scatizzi, - possono esser
svolti da altre società o da altre strutture pubbliche già esistenti, dunque
ribadiamo la nostra contrarietà a questo ente. Queste realtà costituiscono solo
una spesa per il cittadino che finisce per pagare una tassa non per ottenere un
reale servizio ma per tenere in vita un organismo che potrebbe benissimo esser
superato».
Le funzioni attualmente esercitate dal Consorzio di Bonifica potrebbero
infatti essere gestite tramite convenzioni tra i vari Comuni interessati
dall'operato dell'ente. La questione della tassa sui fossi può essere invece risolta
prevedendo l'utilizzo di fondi comunitari gestiti a livello provinciale su
accordo con la Regione Toscana e dedicando una parte dell'avanzo dell'amministrazione
comunale alla cura del dissesto idrogeologico e alle opere di manutenzione. La
riflessione dei Popolari per Arezzo sul Consorzio di Bonifica si estende anche
alla necessità di riorganizzare l'intero sistema delle società partecipate del
Comune di Arezzo, con una razionalizzazione che condurrebbe ad un importante
abbattimento delle spese e dei costi sostenuti dalla città e dai cittadini. «Il Consorzio di Bonifica non è certamente
l'unico ente su cui concentrarci - conclude lo stesso Scatizzi. - L'amministrazione non può ritardare una
riorganizzazione delle sue società partecipate chiarendo quali sono quelle che
portano reali servizi e quali, al contrario, possono essere eliminate perché
rappresentano uno spreco».
Arezzo,
giovedì 28 novembre 2013
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