giovedì 5 dicembre 2013

Nuove Acque, una società con la gestione pubblica scaduta

AREZZO – I patti parasociali che regolano l'operato di Nuove Acque sono scaduti dal 2008. Da cinque anni, dunque, manca un qualsiasi documento che chiarisca la gestione dell'ente e che indichi i rapporti tra questo e le amministrazioni. Ad aver posto il problema nel corso dell'ultimo consiglio comunale sono stati i Popolari per Arezzo che si sono rivolti all'assessore competente Paola Magnanensi per chiederle di porre rimedio a questo vuoto e di provvedere rapidamente ad un rinnovo dei patti parasociali con Nuove Acque.
«I patti in questione - spiega il consigliere Luigi Scatizzi, - sono gli accordi che regolamentano la governance e i comportamenti di una società partecipata in vista di un interesse comune. La scadenza di questi patti elimina le amministrazioni dalla gestione dell'azienda e toglie al consiglio comunale ogni potere di indirizzo nei confronti di Nuove Acque, con l'operato della società che diventa arbitrario e con un conseguente danno all'intera cittadinanza che non vede tutelati i propri interessi. Alla luce di tutto questo, ho chiesto all'amministrazione di ridefinire i patti parasociali per riuscire così a recuperare il ruolo pubblico nella gestione di un bene tanto prezioso come l'acqua». 
Il primo passo della ridefinizione dei patti parasociali dovrebbe vedere l'amministrazione comunale di Arezzo stringere accordi con le altre amministrazioni pubbliche interessate dalla gestione di Nuove Acque, diventando così lo snodo delle politiche dell'acqua sull'intero territorio aretino. «La politica dell'acqua - aggiunge Andrea Gallorini, presidente dei Popolari per Arezzo, - deve guardare esclusivamente al bene comune, dunque deve poter tornare sotto il controllo pubblico: questo lo afferma la legge e lo vogliono i cittadini con l'esito del referendum del 2011».  In secondo luogo è anche opportuno procedere a stipulare un nuovo patto parasociale con il socio privato. In questa azione l'amministrazione non deve semplicemente rinnovare i precedenti accordi ma deve prevedere una nuova governance di controllo e di gestione sulla società. Il privato, infatti, deve limitarsi esclusivamente ad essere un socio operativo, gestendo la società senza l'obiettivo del profitto come richiesto dallo stesso referendum. «L'amministrazione - conclude Gallorini, - deve avere il ruolo di decisore politico dei contenuti del patto parasociale. Negli accordi devono rientrarvi elementi di ordine politico discussi dal consiglio comunale e approvati con l'obiettivo del bene comune, anche e soprattutto per quello che riguarda la governance dell'ente e la gestione dei costi richiesti al cittadino. L'amministrazione deve sfruttare l'opportunità di rivedere questi patti parasociali scaduti per garantire alla parte pubblica una maggior partecipazione nella gestione dell'azienda».

Arezzo, giovedì 5 dicembre 2013

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