AREZZO – Un provvedimento intollerabile e un
abuso ai danni dei cittadini. È netta la posizione delle Acli provinciali di
Arezzo espressa dal presidente Stefano Mannelli nei confronti della situazione
che si è venuta a creare a margine del salvataggio di quattro istituti di
credito italiani, tra i quali anche Banca Etruria. Il provvedimento governativo
ha infatti ridotto a mera carta straccia la sottoscrizione di obbligazioni
subordinate da parte di tanti risparmiatori, che hanno pagato la loro fiducia
nei confronti di una banca del territorio che, al contrario, dovrebbe tutelare
i propri clienti considerandoli come una parte essenziale del proprio
patrimonio. «Quanto accaduto -
afferma Mannelli, - conferma ancora una
volta l'atteggiamento di indifferenza e la cultura dello scarto che i forti
esercitano nei confronti dei più deboli e di coloro che nel corso degli anni
hanno continuato a garantire fiducia ad una banca che già pativa uno stato di sofferenza
e che si è ben guardata dall'illustrare i rischi e le potenziali conseguenze
derivanti dalla sottoscrizioni di obbligazioni subordinate».
Negli ultimi giorni molte persone hanno vissuto il dramma
di veder dissolvere i sacrifici e i risparmi di una vita, dunque le Acli
invitano le istituzioni, le associazioni di categoria e le stesse
rappresentanze politiche ad intercettare e a declinare con fermezza e
determinazione quanto sta accadendo, con l'obiettivo di intraprendere tutti gli
opportuni provvedimenti volti ad individuare i responsabili dell'attuale
situazione e a garantire i rimborsi a coloro che sono stati danneggiati.
«Necessaria e saggia - continua Mannelli,
- è anche l'attenzione ai dipendenti di
Banca Etruria ed al loro futuro lavorativo e professionale, una risorsa
importante e strategica per il territorio. Una società civile non può
permettere che vengano deliberate azioni come quelle delineate da questo
provvedimento di governo che vanno ad impattare solo ed esclusivamente sui più
deboli».
Arezzo, venerdì 27 novembre 2015
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