AREZZO – Meno servizi ai cittadini, più persone senza assistenza gratuita e più dipendenti che perderanno il proprio lavoro. Sono questi i tre effetti che si ripercuoteranno negativamente anche sul territorio aretino in seguito ai tagli previsti dal governo al fondo dei Patronati italiani. A segnalare questa triste situazione è il Patronato Acli di Arezzo che, riprendendo uno stato di mobilitazione diffuso in tutta la penisola, denuncia le gravi conseguenze che tale manovra potrebbe avere sui cittadini e sui lavoratori. Poco meno di dodici mesi fa sono state raccolte 1.182.413 firme di persone che hanno aderito alla campagna "No ai tagli al fondo dei Patronati" e che hanno dunque chiesto al governo e al parlamento di mantenere i servizi gratuiti di questi enti. Invece ai trentacinque milioni di tagli strutturali stabiliti per lo scorso anno, la proposta di Legge di Stabilità del 2016 ha aggiunto un'ulteriore forbice di altri quarantotto milioni: in totale, dunque, il fondo dei Patronati sarebbe privato dal 2015 di ottantatre milioni di euro ogni anno.
«Dopo il taglio del 2015 attendevamo la riforma del sistema - ricorda Pietro Donati, direttore del Patronato Acli di Arezzo, - invece abbiamo ascoltato solo promesse pubbliche di sostegno ma siamo ancora in attesa dell'emanazione di una serie di decreti attuativi volti a dare stabilità e prospettiva. Con le condizioni prospettate, infatti, i Patronati rischiano di scomparire».
«Dopo il taglio del 2015 attendevamo la riforma del sistema - ricorda Pietro Donati, direttore del Patronato Acli di Arezzo, - invece abbiamo ascoltato solo promesse pubbliche di sostegno ma siamo ancora in attesa dell'emanazione di una serie di decreti attuativi volti a dare stabilità e prospettiva. Con le condizioni prospettate, infatti, i Patronati rischiano di scomparire».
Arezzo, giovedì 12 novembre 2015
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