AREZZO
– Da Gerusalemme a
Betlemme, chef Shady Hasbun fa scuola di cucina aretina in Terra Santa. Il
cuoco ha radici palestinesi ma vive da anni in Toscana, maturando un ricco e
variegato bagaglio professionale che è valso il suo coinvolgimento in un
progetto volto ad esportare in Medio Oriente le tradizioni e le ricette
italiane. La sua cucina è sempre stata caratterizzata dall’incontro e dalla
contaminazione tra le due culture gastronomiche alla base della sua identità,
con un’esperienza che ha ora varcato i confini nazionali per fare ritorno verso
la stessa Palestina. Chef Shady è stato infatti chiamato dall’Ambassador Hotel
Jerusalem per avviare una vera e propria scuola di formazione orientata a far
crescere chef capaci di imparare la cucina italiana autentica e di riproporla
all’interno di una catena di ristoranti nel Medio Oriente.
Questo percorso è
iniziato nei giorni scorsi con l’aretino che ha passato un periodo in Palestina
tra Gerusalemme, Betlemme e altre città in cui ha conosciuto un gruppo di
cuochi, ha lavorato insieme a loro, si è reso conto delle loro capacità e ha
condiviso alcune ricette tipicamente toscane (dal crostino nero alla pasta
fresca), ma si concretizzerà a partire dal mese di ottobre con l’inizio di vere
e proprie lezioni che periodicamente lo vedranno far tappa nel Paese
mediorientale. In questi corsi, chef Shady valorizzerà le produzioni tipiche
del territorio come base per realizzare i piatti italiani, ma esporterà anche
alcune eccellenze aretine e toscane per favorire una maggior varietà
gastronomica e per rendere possibile una reale interazione tra le due culture.
L’esperienza a Gerusalemme ha raccolto
così tanto entusiasmo e apprezzamenti che è valsa per il cuoco un ulteriore
invito a Istanbul come relatore di un corso di marketing internazionale rivolto
ai ristoratori locali. Chef Shady, dunque, ha ritardato il proprio ritorno in
Italia per far tappa nella città turca dove ha tenuto una lezione sulle abilità
e sulle competenze strategiche necessarie per affermare il brand di un locale e
per renderlo commercialmente significativo. «Il progetto avviato in Palestina - spiega chef Shady, - è volto a trasmettere le competenze e le
tecniche necessarie per permettere agli chef locali di specializzarsi nella
vera cucina italiana. La cucina palestinese è caratterizzata da un alto livello
in termini di conoscenze e di tradizioni, ma questo corso nasce dall’intenzione
di far acquisire ulteriori competenze relative anche alla nostra gastronomia
che è universalmente riconosciuta come un modello d’eccellenza».
Arezzo, martedì 31 luglio 2018
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