AREZZO – I recenti sgomberi
dei dormitori abusivi hanno evidenziato un doppio problema della città di
Arezzo. Da una parte è emersa la presenza di un gran numero di edifici
abbandonati sul territorio comunale, mentre dall’altra è stata testimoniata
l’emergenza sociale ed abitativa vissuta da tante persone. A sostenerlo sono i
Popolari per Arezzo che richiedono all’amministrazione comunale una maggior
sensibilità nel trattare tali problematiche, non limitandosi esclusivamente a
prevedere sgomberi ma trovando risposte concrete per i bisogni della città.
«Negli
ultimi mesi - commenta Massimo Soletti dei Popolari per Arezzo, - il termine “degrado” è stato spesso
utilizzato in modo inappropriato. Il degrado fa infatti riferimento alle
condizioni degli immobili abbandonati e che dovrebbero essere recuperati, e fa
riferimento anche a quelle limitate situazioni di microcriminalità che trovano
nascondiglio in questi luoghi e su cui giustamente la polizia locale deve
intervenire. Riteniamo improprio, invece, parlare di degrado quando si fa
riferimento ad una vita umana che, in situazioni di emergenza, cerca riparo per
la notte: qui emerge una problematica sociale che va capita meglio di quanto fatto fino ad oggi e che va
affrontata».
La prima problematica
avanzata dai Popolari per Arezzo riguarda la necessità di recuperare e di trovare
nuova destinazione ai tanti edifici pubblici e privati in stato di abbandono,
scongiurando il loro utilizzo come dormitori e riqualificando molte zone
cittadine. La ex Lebole o l’ex mercato ortofrutticolo, ad esempio, sono i casi
più emblematici di luoghi storici che hanno avuto un impiego utile per la
collettività ma che da anni giacciono senza utilizzo.
La presenza di una
reale emergenza abitativa è stata testimoniata l’estate scorsa proprio dallo
stesso Soletti con la mostra fotografica “Vite sparse” che, in collaborazione
con i Popolari per Arezzo, ha tappezzato le vie della città con manifesti che
ne raccontavano i luoghi abbandonati e abitati dai senza dimora. Nel realizzare
questo lavoro, l’autore ha incontrato molte situazioni di bisogno e ha
documentato le condizioni abitative vissute anche da tanti italiani, uomini e
donne, giovani e anziani: ad emergere è stata la necessità di politiche sociali
e di investimenti adeguati, orientati a chi vive in stato di povertà assoluta e
a supportare il prezioso operato già svolto dal volontariato aretino. «Chiediamo all’amministrazione di dettagliare
come verranno utilizzati i 180.000 euro del bando del fondo sociale europeo per
il contrasto all’emarginazione - conclude Soletti. - Inoltre avanziamo una duplice proposta: di avviare un servizio di co-housing come quello portato avanti dalla
Fraternità Federico Bindi Onlus con spazi comuni destinati ai senzatetto e di
migliorare il servizio del dormitorio. Continuando a fare affidamento
sull’encomiabile operato della Caritas, il Comune dovrebbe destinare maggiori
risorse e maggiori professionalità a questa struttura per renderla sempre più
funzionale e attenta alle esigenze del territorio, nell’interesse di tutti».
Arezzo,
venerdì 20 luglio 2018
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