AREZZO – Dalle Acli aretine si
alza una ferma opposizione all'annunciato innalzamento della tassa sui rifiuti
che andrà ad incidere del 9% sulla rata di conguaglio del prossimo dicembre. Al
momento della creazione del nuovo Consorzio Sei per la gestione dei rifiuti, le
Acli avevano già espresso i propri dubbi sugli effetti e sugli impatti
economici sugli utenti, dunque questo rincaro conferma la fondatezza di tali
preoccupazioni. Il connubio tra aziende pubbliche e private volto alla creazione
di imponenti strutture operanti nell'erogazione di servizi anche in passato
aveva condotto a un pesante aggravio sui costi delle bollette di cittadini ed
imprese, già vessati da incrementi continui e a volte ingiustificati. Secondo
le Acli era dunque prevedibile anche questo nuovo innalzamento delle tasse.
«È sconcertante - affermano le Acli
attraverso il loro presidente provinciale Stefano Mannelli, - come la creazione di un gestore unico presentato
come azienda strutturata e organizzata, anziché erogare un servizio migliore e
ottimizzare i costi a favore degli utenti abbia avuto per ora solo effetti
disastrosi come gli aumenti delle bollette. Ed è ancor più sconcertante
assistere alle giustificazioni e allo scarico di responsabilità messo in atto
dagli attori interessati dalla filiera dei rifiuti: Consorzio Sei, Ato e gli
stessi Comuni».
Le Acli chiedono dunque ai soggetti interessati e ai loro
dirigenti di verificare le conseguenze prodotte da tali rincari per comprendere
come cittadini ed imprese siano stanchi e impossibilitati nel continuare a pagare
per errori di valutazione generati da dispendiose strutture come quella del Consorzio
Sei. Rispetto ad una diminuzione della quantità dei rifiuti prodotti a causa
della crisi, il consorzio ha infatti adottato la giustificazione relativa ai
maggiori costi fissi di gestione per il funzionamento degli impianti di
smaltimento. Appare invece assolutamente ingiustificata e ingiustificabile la
scusa dell'incremento delle tariffe per compensare la morosità: questa
motivazione andrebbe infatti a penalizzare proprio i cittadini virtuosi e
puntuali nei pagamenti. «Tutti questi
rincari sui servizi essenziali - continua Mannelli, - finiscono con l'aggravare le fasce più deboli che già versano in gravi
difficoltà e diminuiscono il potere di acquisto della società, deprimendo le
economie delle imprese e riducendo le possibilità di ripresa del sistema».
La richiesta mossa dalla Acli alla politica locale è dunque di rendersi capace
e responsabile nell'attuazione di piani tariffari maggiormente equi e
ragionevoli, una condizione essenziale per non logorare ulteriormente la
collettività e per evitare ulteriori disagi oltre a quelli già presenti sui
territori dell'intera provincia di Arezzo.
Arezzo, sabato 27 settembre 2014
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