martedì 9 febbraio 2016

La mostra fotografica "Washout" concede il bis

AREZZO – La mostra fotografica "Washout" concede il bis. L'iniziativa, dedicata alle Leboline e alla storia di una delle aziende più importanti del passato economico aretino, ha riscosso un piacevole successo nella sua prima esposizione a dicembre presso la Galleria Spazio Imago, dunque l'autore Alessandro Barbagli ha accolto l'invito a riproporla in una nuova location. Da mercoledì 10 febbraio, gli scatti di "Washout" saranno così visibili presso il bar La Senese di via Vittorio Veneto, riproponendo un percorso emotivo e malinconico su quanto rimane oggi del vecchio stabilimento di via Ferraris. La mostra si divide infatti in tre distinte sezioni fotografiche che, rigorosamente in bianco e nero, raccontano fedelmente l'attuale situazione della struttura, proponendo un viaggio che porta dall'esterno della fabbrica ai luoghi interni, concentrandosi poi sui dettagli dei singoli ambienti. Le macchine da lavoro, i manichini, le sedie e le grucce hanno riacceso i ricordi dei primi visitatori, molti dei quali proprio ex dipendenti della Lebole, che non hanno perso l'occasione per tornare con la mente a quando ancora lavorano in quegli ambienti e per condividere qualche aneddoto del passato.
Ad emergere dalle foto di Barbagli è la grandezza che ha caratterizzato questa industria e che diventa particolarmente forte nel confronto creato dalla parallela esposizione di alcune immagini prestate dall'archivio storico del Fotoclub Chimera che mostrano i fasti passati della struttura e delle sue lavoratrici.
«"Washout" - spiega Barbagli, uno dei fotografi di punta di Imago, - è una mostra pensata per far breccia su due livelli. Da un lato, infatti, c'è tutta la tecnica fotografica che fa di ogni scatto una piccola opera d'arte, mentre dall'altro c'è il lato emotivo che ha accompagnato la realizzazione delle immagini e che ho provato a far vivere nell'esposizione. Essendo figlio di Lebolina ed essendo cresciuto con i racconti di mia madre, quest'ultimo è proprio l'aspetto che maggiormente mi sta a cuore». La mostra inaugurale presso la Galleria Spazio Imago è stata accompagnata anche da un più alto fine benefico e ha permesso di ricavare quattrocentocinquanta euro frutto delle offerte spontanee dei visitatori e della vendita delle foto. L'intera cifra è stata interamente donata in solidarietà a L'Arcobaleno della Speranza, onlus impegnata nella lotta a leucemia, linfoma e melanoma, raggiungendo l'obiettivo di Barbagli di utilizzare l'arte per far del bene a chi affronta il difficile periodo della malattia.


Arezzo, martedì 9 febbraio 2016

Nessun commento:

Posta un commento