AREZZO – Solidarietà e vicinanza ai dipendenti
di Banca Etruria che, così come i risparmiatori, hanno duramente pagato il
fallimento dell'istituto. In attesa di ottenere i tempi e le modalità degli
eventuali rimborsi, i Popolari per Arezzo chiedono di velocizzare i
procedimenti per individuare i responsabili del crac della banca e per fare
chiarezza sui passaggi che hanno portato alla liquidazione, scagionando di
conseguenza tutti coloro che non hanno colpe, in primis la gran parte dei dipendenti.
Sono passati cento giorni da quando la fine della vecchia Banca Etruria ha impoverito
centinaia di famiglie e, nonostante la situazione di estrema urgenza, ancora
non sono state fornite risposte adeguate alle due categorie maggiormente
colpite da questo triste epilogo, cioè risparmiatori e lavoratori.
Quest'ultimi, infatti, sono stati l'interfaccia della banca nelle relazioni con
i clienti e, per questo ruolo, si sono trovati a subire un clima di avversione
e di protesta per decisioni e responsabilità spesso non loro.
La cattiva
politica e la gestione inefficiente ai vertici della banca, infatti, sono le
sole cause di questo triste ed esemplare epilogo, dunque dipendenti e
risparmiatori non possono restare il capro espiatorio per distogliere l'attenzione
dai veri responsabili. «In questa clima
di sfiducia e di disperazione - commenta Andrea Gallorini, presidente dei
Popolari per Arezzo, - sono rientrati
pienamente anche i dipendenti che, come i risparmiatori, sono stati danneggiati
e trascinati in una situazione di grave incertezza. È paradossale che la
responsabilità sia ricaduta verso il basso e verso coloro che hanno posto la
loro professionalità al servizio dei cittadini. Occorre cambiare punto di vista
e superare questo clima di guerra per unire le forze e per procedere tutti
insieme verso il raggiungimento della giustizia».

Arezzo,
sabato 12 marzo 2016
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