AREZZO
– L'amministrazione
deve impiegare maggiori risorse per le politiche sociali di assistenza ai
bisognosi. L'invito parte dai Popolari per Arezzo che chiedono al Comune
interventi concreti per sostenere le problematiche e le esigenze che
interessano un numero sempre maggiore di persone. A confermarlo è la recente esperienza
del dormitorio per senza fissa dimora di San Domenico che, tra i propri utenti,
ha registrato anche un'elevata percentuale di italiani e di aretini che sono
stati accolti e che hanno trovato un riparo grazie all'impegno di molte realtà
di volontariato impegnate nel sociale. La bontà di questo servizio deve dunque motivare
l'amministrazione a privilegiare l'allocazione delle proprie risorse verso interventi
e misure da dedicare all'assistenza. I Popolari per Arezzo ritengono infatti
che finora siano stati destinati fondi prevalentemente a bandi e progetti di
monitoraggio, promuovendo più un'azione di controllo e di vigilanza su questi specifici
casi di bisogno che non di reale risoluzione, sostegno e assistenza.
Dal momento che una simile azione di
monitoraggio è già svolta quotidianamente da enti di volontariato impegnati nell'ascolto
e nell'incontro di queste problematiche sociali come la Caritas e molti altri,
il Comune dovrebbe privilegiare e intensificare il confronto con queste realtà per
ottenere un quadro dettagliato delle emergenze cittadine e per avere dati
informativi certi.
Questa azione sinergica renderebbe superflui ulteriori
progetti di monitoraggio, prevedendo un risparmio di risorse e favorendo una più
consapevole destinazione dei fondi per un'azione di assistenza concreta rivolta
ai bisogni del territorio. «È necessario
implementare le politiche di assistenza per risolvere realmente questo genere
di problemi - spiega Massimo Soletti dei Popolari per Arezzo. - Per iniziare, ad esempio, sarebbe importante
trovare risorse a favore di una maggiore prosecuzione del dormitorio,
ampliandone ulteriormente la durata almeno da ottobre a maggio e intervenendo
con misure concrete di reinserimento a favore di quei singoli casi considerati risolvibili.
I pochi mesi previsti nel 2017 non bastano certamente per garantire continuità
al servizio e per inserirlo all'interno del quadro politico della città. Nel
frattempo possono essere implementati nuovi servizi che in altri Comuni sono
risultati fruttuosi come il co-housing che, prevedendo spazi comuni destinati
alla condivisione di risorse e alla socializzazione, potrebbe essere diretto ai
senzatetto aretini che cercano un rifugio nella loro città».
Arezzo, sabato 19 maggio 2017

Arezzo, sabato 19 maggio 2017
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