AREZZO
– Il nome della banca
di Arezzo ha perso ogni riferimento alla sua identità storica, ma questo non
deve impedire al nuovo istituto di dimostrare fin da subito attenzione al
territorio. I Popolari per Arezzo auspicano che, tralasciando il dibattito sulla
scarsa attinenza tra la denominazione sociale e le radici della banca, il nuovo
management confermi quella sensibilità necessaria per sostenere le aziende, le
economie e le associazioni locali, andando lentamente a ricreare quel rapporto
di fiducia con la città avviato a fine '800 dalla Banca Mutua Popolare Aretina
e consolidato nel corso degli anni da Banca Popolare dell'Etruria, Banca
Popolare dell'Etruria e del Lazio, e Banca Etruria. In questa fase, diventa
necessaria un'unione tra tutte le realtà del territorio di Arezzo che dovranno
farsi garanti degli interessi e delle necessità del territorio per stimolare l'azione
e la presenza concreta della nuova banca. I Popolari per Arezzo richiamano istituzioni
politiche, sindacali ed economiche alla responsabilità di fare squadra per lottare
per tutelare il futuro dei dipendenti della vecchia Banca Etruria e per favorire
quegli investimenti necessari per lo sviluppo dell'economia aretina.
«La nuova banca - commenta il presidente
Andrea Gallorini, - deve conservare e
difendere i settori più importanti della finanza locale, a partire
dall'oreficeria, deve rassicurare i dipendenti e deve canalizzare investimenti
e risorse sul territorio, perseguendo in sinergia con gli enti locali quegli
obiettivi strategici dell'economia nell'interesse del lavoro e dei giovani. In
quest'ottica, diventa importante chiarire anche il ruolo funzionale che avrà la
sede direzionale di via Calamandrei dal momento che rischia di subire i
maggiori tagli, impoverendo ulteriormente la nostra città».

Arezzo, sabato 13 maggio 2017
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