AREZZO – Le Acli provinciali esprimono sorpresa e
indignazione di fronte all'epitaffio di "illustre cittadino aretino"
attribuito dal sindaco di Arezzo alla figura di Licio Gelli, noto come Venerabile
Maestro della Loggia Massonica P2. Tali dichiarazioni, infatti, riguardano uno
degli uomini più controversi della storia italiana e rappresentano dunque una
provocazione ed un'offesa alle istituzioni del Paese e a tutta la città, di cui
il primo cittadino dovrebbe essere primo e responsabile rappresentante. Facendo
riferimento alla loro tradizione valoriale cristiana e sociale, le Acli
ricordano la ferma condanna alle associazioni massoniche da parte della Chiesa,
riprendendo i contenuti del documento pontificio "Quaesitum Est"
redatto e pubblicato il 26 novembre 1983 dall'allora cardinale Joseph Ratzinger,
oggi Papa Emerito. Il testo, approvato da Papa Giovanni Paolo II, fu presentato
come risposta a coloro che chiedevano quale fosse il giudizio della Chiesa nei
confronti della massoneria e propone un'autorevole riflessione della
Congregazione per la Dottrina della Fede.
"Rimane pertanto immutato - si legge nella "Quasitum Est",
- il giudizio negativo della Chiesa nei
riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati
sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò
l'iscrizione ad esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle
associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere
alla Santa Comunione".

Arezzo, venerdì 18 dicembre 2015
Nessun commento:
Posta un commento