AREZZO – Il salvataggio di Banca Etruria non può
essere a carico degli obbligazionisti e, di conseguenza, a danno del risparmio
e dell'economia del territorio aretino. I Popolari per Arezzo hanno analizzato
con attenzione la vicenda dell'istituto di credito, facendo emergere alcune
manovre poco chiare contenute nel decreto legge soprattutto per quanto riguarda
la creazione della cosiddetta Bad Bank, l'ente che si farà carico dei crediti
in sofferenza. Questo nuovo istituto, nato ad hoc per affrontare la crisi, ha
ricevuto un capitale di cento milioni di euro con cui dovrà gestire i "non performing loans", cioè quelle
attività la cui riscossione è incerta. La Bad Bank collegata a Banca Etruria prenderà
in carico dall'istituto aretino un totale di 8,5 miliardi di euro di crediti in
sofferenza che però solo stati svalutati dal decreto legge di ben 7 miliardi,
dunque il valore complessivo finale delle sofferenze da riscuotere si
ridurrebbe a 1,5 miliardi.
«Ci chiediamo
la ragione di una tale smodata svalutazione dell'83% - spiegano i Popolari
per Arezzo. - Questa manovra è esagerata e
assolutamente fuori dal mercato perché il tradizionale accantonamento dei
crediti in sofferenza arriva al massimo al 55%, dunque la svalutazione del
decreto legge va tutta a danno degli obbligazionisti che vedono la banca
perdere importanti risorse. Vorremmo dunque sapere se la determinazione di tale
svalutazione è da ritenersi provvisoria e, soprattutto, riteniamo doveroso un
corretto riesame degli interessi della nuova Bad Bank che tenga conto della
tutela dei risparmiatori».
Con una corretta rideterminazione del credito in
sofferenza trasferito, infatti, si possono trovare le risorse per restituire
quanto meno gli investimenti delle obbligazioni subordinate. Banca Etruria, tra
l'alto, è l'unica tra le banche in crisi e soggette al salvataggio a non avere
alle spalle una Fondazione, ma solo investitori e risparmiatori privati del
territorio: tale azione di svalutazione, dunque, ha la sola conseguenza di
impoverire ulteriormente le risorse finanziarie locali. «Un ulteriore aspetto che ci rattrista - continuano i Popolari per
Arezzo, - è che è stata utilizzata la
stessa cura per malati diversi. Banca Etruria risulta meno compromessa delle
altre banche salvate, in particolare sotto il profilo gestionale, dunque non
possono essere previste le stesse manovre: chi opera su questa materia deve
saper distinguere». La soluzione prospettata dai Popolari per Arezzo è di
tipo istituzionale e coinvolge tutte le forze politiche, a partire dai parlamentari
e dallo stesso governo, per attivarsi nel modificare il decreto legge. La
richiesta è di avviare un lavoro di squadra che non presti attenzione a
interessi astratti e lontani, ma che salvaguardi il territorio e i
risparmiatori.
Arezzo,
martedì 1 dicembre 2015
Nessun commento:
Posta un commento