AREZZO – L'amministrazione non ha definito con
chiarezza le sorti di alcune aree della città. I Popolari per Arezzo esprimono
perplessità in merito alle discussioni in consiglio comunale su bilancio,
documento unico di programmazione e programma triennale delle opere pubbliche
che, prevedendo l'utilizzo anche delle risorse derivanti dal bando governativo
per la riqualificazione delle periferie, lasciano tanti dubbi e non spiegano
chiaramente come verrà ridisegnato il futuro del territorio aretino. L'associazione
lamenta come le recenti situazioni di degrado e insicurezza che regnano in
numerose zone cittadine non abbiano trovato risposte adeguate, mancando un
reale programma di valorizzazione e di rilancio per il Pionta o per quartieri
come Saione e Pescaiola. I Popolari per Arezzo hanno rivolto un'attenzione
particolare alla riqualificazione dei parchi pubblici appurando come, ad
esempio, il programma triennale delle opere pubbliche 2017-2019, comparato con
quello precedente, non contenga idee, progetti d'intervento e risorse per il
Pionta provenienti dal bando governativo. Per questo importante parco cittadino
sono stati stanziati 250.000 euro relativi al solo 2019 e riguardanti
illuminazione e vialetti.
«L'emergenza è
attuale - commenta Massimo Soletti dei Popolari per Arezzo. - Fino al 2019 cosa sarà fatto? Sono
sufficienti questi interventi ristretti per un'area come quella del Pionta che
necessita di un rapido e lungimirante percorso di recupero?».
Le risorse governative hanno permesso di anticipare
interventi per altre aree verdi o di prevederne di nuovi, incrementando rispetto
al passato gli importi destinati alla riqualificazione del parco Arno e del
parco Ducci. La messa in sicurezza e il recupero di quartieri periferici come
Saione e Pescaiola attraverso l'incremento dell'illuminazione, il potenziamento
della video-sorveglianza, la realizzazione di marciapiedi e la predisposizione
di aree d'incontro hanno invece ricevuto la priorità "3", cioè la
priorità minima. Nel programma triennale delle opere pubbliche, infine, non è
rientrata la questione dell'amianto e delle case popolari di via Malpighi,
perdendo l'occasione di destinare a questi ambiti una quota dei fondi della
riqualificazione urbana del governo che avrebbe permesso di dare concretezza
all'intervento e di seguire il felice esempio di altri comuni che hanno destinato
importanti risorse per operazioni simili a queste. «Si tratta di un'occasione persa per dare inizio ad una reale e istituzionale
soluzione al problema dell'amianto nel caso specifico di via Malpighi -
aggiunge Soletti, - senza dover attendere
l'incerta attuazione di una petizione popolare e senza rischiare ulteriori
deresponsabilizzazioni riguardo alle competenze sull'intervento».
Arezzo,
giovedì 9 marzo 2017
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