AREZZO – All'indomani dell'inaugurazione della
seconda edizione di Icastica, la comunità aretina è nuovamente spaccata tra
entusiastici consensi e numerose critiche. Tra queste spiccano quelle di
cittadini e associazioni per la protezione degli animali nei confronti delle
discusse opere artistiche di Damien Hirst. In questo senso le Acli provinciali di
Arezzo, da sempre aperte verso le diverse modalità di rappresentare ed esprimere
l'arte, seppur mantenendo perplessità e criticità rispetto alle produzioni
dell'artista inglese, sono pronte ad esprimere il loro parere positivo verso
Icastica per la capacità di vitalizzare la città e di intercettare attraverso
l'arte continui e consistenti flussi di turisti, rappresentando una formidabile
opportunità per la crescita economica del territorio. A preoccupare le Acli è però
la constatazione che questa tipologia di iniziative sia destinata a rimanere isolata
perché nella città manca una predisposizione e una capacità nel considerare il
turismo come una risorsa strategica di fondamentale importanza.
«Nell'amministrazione - spiega il
presidente provinciale Stefano Mannelli, - manca
spesso la volontà di intraprendere rinnovate modalità nell'analisi e nella
gestione dei flussi turistici potenzialmente interessati a visitare la città».
Per essere turisticamente più efficaci, le Acli invitano a studiare politiche in
grado di coinvolgere l'intero asset degli addetti del settore, lavorando sul
patrimonio artistico, storico e culturale della città: i capolavori di Piero
della Francesca, la genialità di Giorgio Vasari, la Fiera Antiquaria, la
Giostra del Saracino, la bellezza di Piazza Grande e di tanti meravigliosi
scorci celebrati nel film "La Vita è Bella", senza dimenticare il
Museo Etrusco e i tesori contenuti in chiese millenarie. Inoltre la città gode
di Arezzo Fiere e Congressi, un centro con notevoli capacità ricettive e di
espansione ma limitato dal fatto che ancora il turismo congressuale stenta ad
emergere come una carta da spendere nella promozione del territorio. «Se una città e i suoi abitanti credono nel
turismo - continua, - vanno create le
condizioni per dotare il sistema di una squadra di lavoro esperta, capace,
fresca e competente nell'interpretare questa risorsa in una chiave moderna,
professionale e proiettata alla creazione di business e ad opportunità di
crescita e di lavoro nel presente e nel futuro». L'indotto generato con il
turismo si costruisce e si consolida con piani di sviluppo di ampia portata e
non con sporadiche operazioni di maquillage. La conoscenza delle tecniche di
vendita di un prodotto complesso come quello di una città, del suo territorio e
dei suoi patrimoni artistici si strutturano solo con piani e politiche di lunga
durata e con l'impiego di destination managers specializzati nel settore e
efficaci nella promozione e nella vendita di un pacchetto completo che potrebbe
essere chiamato "Destinazione Arezzo". «In questi tempi e con il gap negativo che negli anni la nostra città ha
accumulato rispetto ad altre - conclude Mannelli, - le Acli di Arezzo auspicano che il problema trovi spazio all'interno
dell'amministrazione per l'avvio di un tavolo di lavoro dedicato al turismo che
vada ad includere e a coinvolgere tutte le forze in campo nel produrre nuove
idee e piani attuativi in tale direzione».
Arezzo, lunedì 16 giugno 2013
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