AREZZO – Le istituzioni devono
fare di più per mantenere l'autonomia di Banca Etruria. A sostenerlo sono i
Popolari per Arezzo che non condividono l'atteggiamento eccessivamente
remissivo tenuto dalle amministrazioni locali nei confronti del più importante
istituto di credito cittadino. Al gruppo consiliare appare infatti paradossale
che il Comune, la Provincia e la politica in generale, pur conoscendo la
delicata fase della banca e l'offerta pubblica di acquisto della Popolare di
Vicenza, si siano limitati a dichiarazioni tardive e scontate senza dimostrare di
voler realmente approfondire e comprendere gli sviluppi della situazione. A
nulla, dunque, sembra esser valso lo stimolo dei Popolari per Arezzo che circa
due mesi fa in un'interrogazione avevano chiesto al sindaco e alla politica di intervenire
per cercare di tutelare la presenza dell'azienda bancaria aretina e delle sue
risorse tanto importanti per la crescita economica e sociale del territorio.
«La cessione dell'autonomia dell'ente a favore di territori con economie
concorrenziali rappresenterebbe un grave problema - ricordano i Popolari
per Arezzo. - Arezzo deve continuare a
godere dei centri decisionali della politica creditizia della sua banca: la
possibilità di perdere tale privilegio priverebbe il territorio di un ente che
garantisce investimenti e, soprattutto, che contribuisce alla ricchezza di
famiglie e imprese. Le istituzioni non possono più rimanere mere spettatrici di
fronte alla possibilità che Banca Etruria venga inglobata da soggetti di altre
aree del Paese perché questo comporterebbe interessi e investimenti diversi da
quelli attuali».
Di primaria importanza è dunque lo sforzo per capire i
margini e le possibilità per evitare l'acquisizione di Banca Etruria,
conoscendo i parametri imposti da Bankit. Nel frattempo spetta al nuovo management
dell'ente il compito di fornire un segno di cambiamento, optando per rinnovate
scelte improntate alla sobrietà: è possibile dimostrare attenzione e
attaccamento all'azienda anche con la semplice riduzione dei compensi e dei benefit
dei dirigenti e del consiglio di amministrazione. A livello politico, rimane
invece l'amara constatazione che le istituzioni, soprattutto a livello
regionale, si sono finora disinteressate dell'intero settore finanziario arrivando
ad una totale perdita di controllo nei suoi confronti. Questo ha comportato che
dal 2008 numerosi enti di rilievo nazionale, fiori all'occhiello della regione,
siano stati acquisiti da realtà di altri territori: Banca Toscana, Cassa di
Risparmio di Firenze, Fondiaria, Monte dei Paschi e, adesso, Banca Etruria. «Nessuno in regione ha effettuato alcuna
azione a difesa di questo patrimonio bancario - aggiungono i Popolari per
Arezzo. - Noi chiediamo invece un'azione
forte e decisa perché la politica non rimanga estranea da queste dinamiche ma si
impegni a salvare la finanza toscana».
Arezzo, martedì 17 giugno 2014
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