AREZZO – La nuova chiesa di Santa Croce non può
diventare terreno di scontro ideologico. I Popolari per Arezzo stanno seguendo
con attenzione il susseguirsi delle prese di posizione relative
all'edificazione di questo luogo di culto, esprimendo preoccupazione per la
sempre maggiore strumentalizzazione del tema. Per evitare tali derive, la
discussione sulla questione della chiesa deve necessariamente essere
posticipata a dopo le elezioni amministrative di maggio dal momento che
l'argomento non è di stringente importanza per la città di Arezzo e che la
priorità dell'amministrazione deve essere rivolta a problematiche più urgenti.
Al contrario, molti interlocutori politici continuano a farne un argomento
ideologico di campagna elettorale, con la conseguenza di degenerare spesso in
una polemica anticlericale fine a se stessa o con il solo obiettivo di attrarre
nuovi consensi.
«Tutto questo è
inaccettabile e privo di senso politico e civico - spiega Andrea Gallorini,
presidente dei Popolari per Arezzo. - Ribadiamo
con fermezza che il progetto dovrà essere valutato dalla nuova amministrazione
nella sua oggettiva validità e senza pregiudizi di ordine ideologico».
I
Popolari per Arezzo si rendono inoltre disponibili a verificare la validità e l'opportunità
della scelta del luogo di edificazione con obiettività e con il supporto delle
istituzioni preposte, ma non accettano preclusioni e veti esclusivamente di
ragione strumentale. La contraddizione alla base delle polemiche sulla chiesa è
legata al fatto che nel sito degli archi e in molte altre zone cittadine sono
presenti numerose situazioni di degrado, abbandono urbano e opere di dubbio
gusto architettonico: in tutti questi casi nessuno si è mai interessato alla
valorizzazione del territorio e all'impatto ambientale. La provocazione dei
Popolari per Arezzo è dunque che lo stesso impegno sia rivolto alla
riqualificazione e al recupero architettonico dell'intera città, dal centro
alle periferie, senza limitarsi alle sole battaglie ideologiche. «Ciò non significa che il sito degli archi
debba essere scontato per la nuova Santa Croce - aggiunge Luigi Scatizzi,
consigliere comunale dei Popolari per Arezzo, - ma neppure che l'impegno e la sensibilità della chiesa aretina siano
strumentalizzati per ragioni ideologiche e per il solo gusto di fomentare
polemiche anticlericali. Occorre rispetto per una diocesi che tanto ha dato
alla nostra comunità cittadina nel corso dei secoli e che tanto sta dando,
anche in termini di sostegno alle difficoltà sociali dell'attuale momento
vissuto dalla città».
Arezzo,
sabato 7 febbraio 2015
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