AREZZO – Un'assemblea pubblica per capire il
referendum del 17 aprile e per recarsi alle urne con consapevolezza. A
promuoverlo sono i Popolari per Arezzo che mercoledì 13 aprile, alle 21.15,
presso la sede in via Pizzuto 36, ospiteranno una serata di confronto e di
dibattito in cui il loro responsabile alle politiche ambientali, Ciro Amato,
spiegherà le motivazioni alla base del voto sulle trivelle e risponderà alle
domande dei presenti. L'associazione politico-culturale aretina ha organizzato
questo appuntamento con l'obiettivo di invitare la cittadinanza a non
sottovalutare il referendum dal momento che, pur non essendo una tematica che
riguarda da vicino Arezzo, rappresenta un'occasione per decidere il futuro
sviluppo economico del Paese, prendendo posizione tra il privilegiare le fonti
fossili o le energie pulite. Il voto rappresenta dunque una scelta tra un
vecchio modello di sviluppo e un nuovo che avanza.
«L'astensione dal referendum è un errore politico - spiega Andrea
Gallorini, presidente dei Popolari per Arezzo, raccogliendo le parole di ieri del
presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi. - L'occasione è preziosa per assumere in modo diretto alcune scelte di
politica economica nazionale, mentre l'astensione ha il sapore della
non-partecipazione al voto che rappresenta il contrario di ciò di cui oggi il
Paese ha bisogno. L'Italia necessita di un surplus di partecipazione civica,
soprattutto quando ci sono in gioco i diritti delle future generazioni ».
L'incontro con Ciro Amato verterà sull'importanza di mutare
la sensibilità verso le questioni ecologiche perché il referendum configura una
scelta innovativa e di progresso che rappresenta un'esplicita richiesta di
cambiare gli orientamenti della politica economica attualmente praticata dal governo
e i suoi rapporti con i grandi interessi di settore. Il referendum prevede infatti
di abrogare la norma che dà la possibilità alle grandi compagnie petrolifere di
continuare a sfruttare un giacimento fino al suo esaurimento; votare a favore,
infatti, comporterà l'impossibilità di costruire nuovi pozzi entro le dodici
miglia dalla costa. Le attuali concessioni di estrazione avranno la loro
scadenza naturale, attualmente fissata ad oltre il 2022, quindi i lavoratori saranno
impiegati nelle stesse attività ancora per molto tempo e non verrà prodotto nessun
vero danno all'attuale economia. «Votare
è importante - aggiunge Amato. - Tutti
siamo chiamati a decidere se vogliamo un futuro più sano e pulito per le future
generazioni».
Arezzo,
martedì 12 aprile 2016
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