AREZZO
– Le Acli provinciali
di Arezzo si affiancano al Comitato Acqua Pubblica nella battaglia in difesa di
un bene comune come l'acqua. L'associazione, quotidianamente attenta ai bisogni
dei consumatori, si è attivata per sollecitare Nuove Acque a riallacciare il
servizio idrico a quelle famiglie a cui la fornitura è stata interrotta a causa
delle scelta di autoridursi l'importo della bolletta, decurtandosi quella quota
del 13% applicata dal gestore come remunerazione del capitale investito. Questa
azione rappresenta infatti una forma di "obbedienza civile" che
prevede il ricalcolo delle bollette secondo il reale consumo e che è stata
seguita da numerose famiglie come protesta verso la mancata applicazione di
quanto previsto dal referendum del 2011 contro la privatizzazione dell'acqua.
Le Acli provinciali hanno dunque ribadito l'obbligo imposto dalla legge ai
gestori del servizio di garantire il quantitativo minimo necessario al
soddisfacimento dei bisogni fondamentali delle persone, dunque Nuove Acque non
può e non deve interrompere la fruizione di un bene tanto prezioso e
necessario.
«Nuove Acque ha annunciato
che non procederà ad ulteriori distacchi - spiega il presidente Stefano
Mannelli, - dunque chiediamo all'azienda chiarezza
su come intende procedere. Esprimiamo solidarietà a quelle famiglie a cui è
stato distaccato un servizio tanto essenziale e auspichiamo che l'esposto
presentato alla Procura con il ricorso d'urgenza venga accolto e che il gestore
sia forzato all'immediato ripristino del servizio».
Alla luce di tutto ciò, le Acli
provinciali sollecitano i sindaci ad avviare un tavolo di confronto con l'Autorità
Idrica Toscana che porti a prendere una posizione netta e attenta rispetto al
tema delle tariffe applicate nella regione che, al momento, sono tra le più
alte in Italia. Questo incontro dovrebbe anche rappresentare l'occasione per una
condanna comune ai distacchi avvenuti nel territorio aretino e per affermare
con fermezza la volontà di dar seguito al referendum, ribadendo i diritti dei
cittadini e interrompendo quel processo di privatizzazione che fino ad oggi ha
generato solo un aumento delle tariffe. «Le
istituzioni devono lanciare un segnale - aggiunge Mannelli, - a quei 27 milioni di italiani il cui voto
referendario da cinque anni è disatteso e tradito. Nel frattempo come Acli
aretine rafforzeranno un percorso con la Lega Consumatori e con il Comitato
Acqua Pubblica volto a creare reti comuni e condivise per difendere un bene
come l'acqua».
Arezzo, sabato 16 aprile 2016
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