AREZZO – I Popolari per Arezzo esprimono contrarietà
di fronte alla campagna “Fuori i furbi” avviata dall’amministrazione.
L’iniziativa, volta a rafforzare il controllo sull’edilizia residenziale
pubblica, scarica sui cittadini una responsabilità e un compito che dovrebbero
fare capo agli stessi uffici comunali, chiedendo loro di segnalare ipotesi di
abusi e casi dubbi relativi all’occupazione di una casa popolare. Ogni mail
arrivata al Comune sarà infatti protocollata e diventerà oggetto di verifica,
con il rischio di sottoporre a controlli anche persone e famiglie in regola. I
Popolari per Arezzo ritengono giusta e necessaria un’attenta valutazione delle
singole situazioni e un deciso intervento contro coloro che violano le regole,
ma queste azioni dovrebbero essere svolte direttamente dal Comune attraverso un
semplice coordinamento di banche-dati come quelle dell’elenco degli
assegnatari, dell’ufficio anagrafe e dell’agenzia tributaria.
Il
clima di “caccia al trasgressore”, invece, non fa altro che alimentare il
sospetto reciproco e la diffidenza, minando quel clima di buon vicinato
necessario per una serena convivenza.
L’amministrazione, infine, motiva questa
campagna nella ricerca di una “maggior partecipazione e uguali diritti per tutti”,
ma questa finalità dovrebbe essere raggiunta attraverso strategie propositive e
positive per favorire l’incontro e la partecipazione dei cittadini alla vita di
Arezzo, evitando di mettere uno contro l’altro. La sterilità di tale
impostazione attuata dall’amministrazione, tra l’altro, è già stata dimostrata
in passato quando fu richiesto agli aretini di segnalare aree cittadine oggetto
di degrado attraverso un’operazione che, anziché colpire e limitare spacci o
bivacchi, si limitò a stigmatizzare qualche situazione di difficoltà sociale
con scarsi effetti concreti e reali. «Critichiamo
l’impostazione dell’iniziativa -
puntualizzano i Popolari per Arezzo. - La
casa popolare è un bene pubblico e, di conseguenza, devono essere previsti più
controlli e deve essere attentamente valutato lo stato effettivo delle
situazioni. Questa, tuttavia, è un'azione che il Comune deve svolgere in
proprio e con i propri strumenti, ma che invece non sembra in grado di poter assicurare.
Al contrario, i cittadini dovrebbero già essere tenuti per senso civico a
segnalare trasgressioni, ma non dovrebbero essere stimolati a farlo con
iniziative che richiamano le “taglie” del vecchio Far-West».
Arezzo,
sabato 3 febbraio 2018
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